Applicare il clichè di gemelli del gol ad Alessandro Bertazzoli e Francesco Galuppini, oltre che banale, sarebbe probabilmente improprio. Almeno nella sostanza, dato che nella forma l’etichetta risulta inevitabile. Le due bocche da fuoco del Ciliverghe (prossimo avversario biancoblu domenica alle 14.30 allo “Sterilgarda” di Mazzano) hanno infatti percorsi sportivi, caratteristiche tecniche e collocazione in campo profondamente differenti. In comune, in questa stagione, solo la copiosa produzione di reti. Insomma, gemelli (diversi) forse no. Quanto a fratelli, parliamone.

Sedici gol Galuppini, 14 Bertazzoli, il totale è presto fatto: 30. Cioè, il 65% dell’attacco gialloblu per un fatturato in coppia superiore a quello di 10 squadre del girone. Quasi il doppio dei 16 gol della Virtus Bolzano, tanto per non andare lontano. Un PIL in tandem responsabile di 33 dei 47 punti bresciani, in virtù di 18 reti decisive. Una catena di montaggio attiva in 18 turni su 23 con 8 giornate consecutive a segno (dalla seconda alla nona). Primo e secondo violino di un’orchestra sempre a bersaglio. Tranne alla 13^ giornata. Chi era l’avversario? Beh, il Monza, ovviamente. Superfluo sottolineare come i due siano primo e secondo nella classifica marcatori con Ciro De Angelis a debita distanza (12) e la coppia gol della Virtus Bergamo Amodeo/Germani ferma ad un cumulo di 21 centri.

Ma la fredda contabilità è una cosa, la corrispondenza di calcistici sensi un’altra. E sull’argomento, il peso di Emanuele Filippini (a proposito di gemelli) non è stato esattamente secondario. Il tecnico del Cili ha saputo rimodellare il 4-3-3 iniziale in un 3-5-1-1 che ha nei due uomini copertina il suggeritore (Galuppini) e il terminale offensivo (Bertazzoli). Cambio di modulo in corso d’opera e rosa ottimizzata? Mah, sembra di averla già sentita…

Tornando a bomba, lo “Scova le differenze” ciliverghese necessita qualche punto fermo.

Bresciano del capoluogo, 29 anni, Alessandro Bertazzoli è il modello base del centravanti di categoria. Prestante il giusto (182 cm per 70 kg), prolifico il giusto (prima della stagione in corso, 52 reti in 7 campionati) e itinerante (neanche a dirlo) il giusto con 6 maglie vestite in carriera.

Per Francesco Galuppini specimen fisico similare (180 per 75), 5 anni in meno, provenienza geografica affine (Urago Mella), curriculum di maggior profilo (Chievo, Sampdoria, Lumezzane, Real Vicenza, FeralpiSalò e Piacenza) ma feeling con il gol esploso solo in questa stagione (13 reti nei 4 campionati precedenti). Rispetto al ruolo in campo, il perimetro è piuttosto vasto. Per informazioni, citofonare Scanzorosciate (tripletta) o Pontisola e Virtus Bolzano (doppiette), le cui difese stanno ancora cercando di risolvere il rebus.

Lo Yin e lo Yang dell’attacco del Ciliverghe non soffrono però di gelosia reciproca. Anzi. Una prova? La scelta di calciare un rigore a testa. In alternanza. Senza musi lunghi, storie tese o imbarazzanti bim bum bam in zona dischetto. “Ci piace segnare, ma in campo ci cerchiamo molto, siamo altruisti, sappiamo che se uno fa far gol all’altro, a parti invertite accadrà lo stesso”, ha confessato qualche mese fa Galuppini. D’accordo, niente gemelli. Ma come si fa a non chiamarli fratelli?

Giovanni Castiglioni