Qualche giorno fa Marino Zanatta, ex-grande giocatore, nonchè ex-dirigente e Presidente della Pallacanestro Varese, ha festeggiato il traguardo dei primi settant’anni. Marino, splendido atleta in grado di miscelare alla perfezione intelligenza e comprensione del gioco, carattere, grinta, freddezza, lucidità, “palle” e doti tecniche e fisico-atletiche insuperabili. Trovatela, oggi, una guardia di 198 centimetri capace di difendere come un molosso su almeno quattro ruoli, in grado di tirare e segnare da quasi metà campo e leggere i momenti della partita con la sagacia di un playmaker. Eventualmente, chiedere per informazioni a Dan Peterson, John Roche e alla Virtus 1978 uccisa dai missili scagliati da Marino. Eventualmente, mandare una preghiera R.R. a Giancarlo Primo, grande allenatore della Nazionale Azzurra negli anni ’70 che scelse proprio Marino come suo capitano prediletto. Ma, ancora, trovatelo oggi un sesto uomo come Zago in grado di rappresentare il vero tesoro che uscendo dalla panchina cambiava il senso delle partite. Non a caso, parlando di Marino, ricordo si scomodò un paragone illustre con John “Hondo” Havlicek, mitico e decisivo “panchinaro” dei Boston Celtics.
Chiedere, ancora, le sue referenze ai tantissimi che nel corso della sua lunga carriera hanno avuto la fortuna di essere suoi compagni di squadra, dirigenti o allenatori.

Marino, nella seconda parte della sua eccellente vita cestistica è stato, come ho detto, dirigente e Presidente della Pallacanestro Varese. Un “manico” tanto intelligente, onesto e illuminato, quanto poco fortunato. Non a caso qualche anno fa in una classica intervista “cuore in mano” parlando, argomentando, ricordando il suo passato dietro la scrivania, scivolarono via tenere, comprensibili e umanissime lacrime.

Nell’inviargli a nome mio e di tutta la Redazione buon compleanno e auguri sinceri, vorrei dedicare al grandissimo Marino Zanatta un pensiero particolare.  “Zago”, soprattutto una bellissima persona (e in questo mondo non è che proprio abbondino…), se lo merita.

Oh Capitano, mio Capitano…
Marino, mordace meneghino mutatosi martellante mastino masnaghese. Marino, maestoso maciste; macina minuti mirabile maestria, minuzioso manifesto modestia, mirabolante magnetica minaccia maglia MobilGirgi; movimenti musicali, micidiale mortifera mano-macchina. Mito materico, maestro mai magniloquente, modello madridista. Marino, monsieur mancato millenovecentosettantaquattro; mesta memoria Monaco millenovecentosettantadue, Montreal millenovecentosettantasei, Monaco millenovecentosettantotto, molti maledetti match mai medagliati. Ma, meglio, Marino, molteplici memorabili momenti mondiali, monolitica montagna. Marino, monumento mai macchiato malevola maldicenza.
Marino, magico, meraviglioso…

Massimo Turconi