Paga Bonazzi. Per tutti. Perché nel calcio non si fa mai alla romana. Per quanto, le responsabilità dell’ormai ex tecnico biancoblu siano chiare al di là di ogni ragionevole dubbio. Ultras che invitano giocatori e dirigenti a trovarsi un’occupazione alternativa, avversari che imperversano allo “Speroni” nonostante un imbarazzante divario di classifica. Insomma, la solita vecchia Pro Patria. Nel post partita, dopo aver officiato alle dimissioni del mister, il DG Salvatore Asmini prova a contestualizzare l’accaduto: “Mi devo prendere le mie responsabilità. E devo difendere Sandro Turotti che ha costruito una buona squadra. Non mi interessa essere impopolare proprio oggi. Abbiamo fallito gli obiettivi di inizio stagione tra i quali c’era anche quello di riportare i tifosi allo “Speroni”. La squadra ha spento la luce. Mi era già capitato alla Sampdoria nell’anno della retrocessione in Serie B. Serve una terapia d’urto. Pensavamo che il duro confronto in settimana potesse aiutare. Il risultato di oggi è una cosa vergognosa. Non lo accetto. A maggior ragione contro un avversario mediocre. Anche se secondo me oggi i ragazzi hanno dato tutto. Ci siamo fatti i gol da soli. Se i tifosi devono contestare Turotti, allora prima contestino Asmini. Mi scuso con loro. Turotti è un professionista che ha accettato di venire qui. Io al massimo, posso tornare a fare il pensionato. Saranno contenti i gufi. A Busto ce ne sono tanti”.

La diagnosi è quella fatta (da fuori) da almeno due mesi. Colpevole ritardo? “Eravamo convinti che ci fosse il tempo e le partite per rimediare. Non avesse dato Bonazzi le dimissioni, l’avremmo esonerato. Non lo abbiamo difeso per difendere un progetto che dovrebbe comunque proseguire al di là dell’allenatore”. E qui sta l’inghippo, perché il “dovrebbe” sottintende la possibilità che anche le strade dei due direttori si separino a fine stagione da quelle del club? “Il condizionale riguardava i giocatori. A questo punto sono tutti in discussione. E’ una questione di motivazioni. Non devono essere i giovani a trascinare i vecchi. Dobbiamo fare i playoff per vincerli. Con questa squadra è già inaccettabile arrivare sotto il secondo posto. Sul nuovo allenatore non mi pronuncio. Dobbiamo ancora confrontarci. Intanto, lunedì ci si allena nonostante Pasquetta”. In sala stampa, Patrizia Testa annuisce senza prendere parola. Una fiducia silenziosa che non chiude la porta a possibili (o probabili?) ribaltoni di fine stagione. In quel “dovrebbe” sarà racchiuso tutto il futuro biancoblu.                                 

 Giovanni Castiglioni

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