Tra la Pro Patria e la supersfida con il Darfo c’è di mezzo il Ciliverghe (domenica ore 14.30, stadio “Speroni”). Dettaglio tutt’altro che trascurabile per mantenere un incontro ravvicinato di un certo tipo il rendez-vous in Valcamonica del 17. Il più undici in classifica suggerirebbe plausibile ottimismo. Ma le tre sconfitte patite nel passato campionato (due in stagione regolare e una nei playoff), invitano se non alla cautela quantomeno alla scaramanzia.

Hit the road Jack! GGG, ovvero Galli, Gazo e Gucci. In assenza dello squalificato Giacomo Jack Pettarin, gli unici ad aver sempre giocato (i primi due sempre da titolari). Premessa che serve a giustificare una (mini)rivoluzione cui sarà probabilmente costretto Javorcic per ricucire la mediana in contumacia dell’ex Mestre. Il rientro in difesa di Zaro potrebbe intanto spostare a centrocampo Colombo. Mentre per la controfigura del goriziano, tutto porta all’impiego dal primo minuto dell’ex di turno Jacopo Mozzanica. Ma non è detto che si vada in altra direzione con conferma del trequartista (Pedone o, addirittura, Le Noci) o scelta di Disabato apparso peraltro domenica ancora bisognoso di ulteriore rodaggio. Da valutare le condizioni di Cottarelli. Insomma, ce n’è davvero per tutti. La consueta rifinitura di sabato mattina dovrebbe sciogliere i nodi residui.

C’era una volta il Cili. Un punto con il Lecco. Questo è il misero bilancio fatturato dal Ciliverghe contro le prime 9 della classifica. Cioè, la parte nobile della graduatoria. Sconfitte con Darfo, Pontisola, Rezzato, Pergolettese, Virtus Bergamo e Levico, un pari (appunto) con i blucelesti e (ovviamente) Pro Patria ancora da affrontare. Contro tutte le altre, 7 vittorie e 2 pareggi. Vale a dire, percorso praticamente netto. Il dato in questione spiega più e meglio di qualsiasi altra analisi il complessivo ridimensionamento vissuto dai gialloblu bresciani nell’ultima estate. Da seconda moneta del campionato e vincitrice (seppur platonica) dei playoff, a semplice outsider. Da non snobbare. Ma pur sempre outsider. Status giustificato dalla partenza (tra gli altri), dei Dioscuri Galuppini e Bertazzoli, del portiere Lancini, del tigrotto Mozzanica e del tecnico Emanuele Filippini (poi approdato ai vicinissimi di casa del Rezzato). Oltre all’addio al calcio giocato di Pippo Carobbio fino a settimana scorsa allenatore della Juniores. Perché fino a settimana scorsa? Perché dopo il 2-2 con la Romanese, è stato accompagnato all’uscita Elia Pavesi con conseguente promozione a capo allenatore dell’ex Albinoleffe. Risultato? Successo 2-1 sulla Grumellese in campionato e sconfitta con identico punteggio ieri con il Crema in Coppa Italia. Assenti gli ex biancoblu Paolino Galera Vignali (squalifica) e Mattia Mauri (infortunio), se sarà 4-4-2 (in realtà, un 4-3-3 riadattato con Del Bar esterno di raccordo), potremmo trovare West Astuti (98) in porta; in difesa Torri (99), Sanni, il capitano Mauro Minelli e Zucchini; in mezzo Del Bar (97), Ragnoli, il serbo Trajkovic e il millennial Mariano Scidone (00); in attacco De Vita a supporto del tarantino Ciro De Angelis (già 11 reti quest’anno dopo le 17 della stagione passata a Caravaggio).

Ai ferri Curti. La notizia non è freschissima ma merita comunque un approfondimento. Pierpaolo Curti (unitamente al vice Tiziano Lunghi) si è dimesso lunedì da tecnico della Pergolettese. Le motivazioni che hanno portato al passo indietro del pittoallenatore lodigiano sono oscure nella forma ma chiarissime nella sostanza. Lo testimoniano le parole (laconiche) espresse a caldo dal DG canarino Fogliazza: “Pensavo che con Curti si potesse arrivare a un chiarimento. Così, invece, non è stato. Probabilmente non era più tranquillo e qualcosa con l’ambiente si era rotto. Ognuno prende le proprie decisioni. A me interessa il bene della società. Gli allenatori e i giocatori passano“. Nel mentre, la squadra è stata affidata pro tempore al mister della Juniores Giovanni Dall’Igna. Nel Girone B quella cremasca è la sesta panchina (senza contare il caso Delpiano/De Paola al Lecco), a subire un refresh da inizio stagione.

Giovanni Castiglioni