DA UN PARTE – Parole al veleno, vere e proprie accuse, nella giornata di ieri il presidente Gabriele Ciavarrella e il socio di minoranza Enzo Rosa hanno convocato la stampa per chiarire ulteriormente la situazione economica del Varese, per sfogarsi e soprattutto per rivolgersi pubblicamente ai soci di maggioranza che invece anche questa volta sono rimasti in silenzio. Nei confronti di Paolo Basile e Aldo Taddeo, rispettivamente direttore generale e vicepresidente dimissionari che tuttavia detengono ancora l’80 per cento delle quote, sono piombati insulti e insinuazioni: “Millantatori; latitanti” e poi “il Varese non è una bocciofila né una lavanderia” e ancora “lo hanno preso a zero per fare business”, ma i due non hanno risposto. Dopo il comunicato diffiso lo scorso 10 febbraio, in cui appunto avevano annunciato il loro addio, è seguito solo il silenzio da parte della maggioranza, un comportamento che depone a loro sfavore considerando che, dopo le dimissioni annunciate da Ciavarrella, avrebbero potuto tranquillamente prendere in mano la situazione e invece sono spariti.

E DALL’ALTRA – Nelle settimane scorse la spaccatura interna si è fatta sempre più profonda sino a diventare insanabile e più il tempo passa, più il Varese rischia di fallire. Il debito attuale ammonterebbe a circa 300mila euro (circa 250 destinati ai fornitori, circa 50mila di stipendi).
Riassumendo, nel novembre scorso, i soci fondatori hanno consegnato il club a Basile e Taddeo sulla fiducia, “mi sento un fesso” le parole di Rosa, e adesso, in base al diritto di prelazione, possedendo la minoranza delle quote, rivogliono indietro l’80 per cento per poter ripartire con l’aiuto di altri amici e imprenditori già contattati.
Nel comunicato stampa diffuso due settimane fa, Basile e Taddeo, sostanzialmente si sono detti con la coscienza a posto per aver “ottemperato ai loro obblighi” e a loro volta hanno mosso delle insinuazioni alla controparte facendo riferimento ad “ostacoli ambientali”. Si sono rivolti all’avvocato Di Cintio, legale specialista delle pratiche del mondo del calcio, che ha caldeggiato un incontro per restituire le loro quote o eventualmente incontrare direttamente l’imprenditore che sarebbe disposto ad entrarne in possesso.

GRATTACAPO – La situazione dunque è parecchio ingarbugliata, le responsabilità di questa situazione non sono imputabili a una parte sola, la soluzione non sembra facile da trovare.
La speranza è che la squadra reagisca, non molli, tiri fuori l’orgoglio e vada a vincere questo campionato come riscatto contro tutto e contro tutti. E una volta arrivati in Lega Pro? Il Varese si trasformerebbe in qualcosa di più appetibile, in un investimento da fare per chi crede nei colori biancorossi. La musica cambierebbe, la storia non si ripeterebbe: “Il campionato da vincere è esistere” come detto da Ciavarrella.

UOMINI IN CAMPO – Ce la faranno i nostri eroi? Non mollare psicologicamente non è da tutti e perdere ancor prima di essere sconfitti è già successo nel 2015. La squadra è chiamata a far da traino. Domenica il Varese si gioca una fetta di campionato nello scontro diretto con la Caronnese (fischio d’inizio alle 14.30 a Masnago). Baiano, che oggi compie 49 anni (auguri!), chiede ai suoi massima concentrazione e il pubblico come risponderà? Si farà sentire? Se tra tutto questo marasma fossimo costretti a schierarci non avremmo dubbi, staremo dalla parte della squadra, come sempre.

eli.ca.