Ilaria Spirito è un prodotto “fatto in casa” della UYBA che l’ha cresciuta nel suo settore giovanile. Nel giro della prima squadra già dal 2010, nel 2013/2014 è entrata a far parte del roster biancorosso a tutti gli effetti. Prima di tornare in estate a Busto Arsizio, ha fatto esperienza nei due anni trascorsi al Club Italia in A2 con coach Mencarelli e la passata stagione in A1.
Vittima di gravi infortuni alle ginocchia, l’ultimo dei quali pochi mesi fa in raduno con l’Italia, sta lavorando per tornare più forte di prima.

Qual è il tuo bilancio di questi primi dieci anni di pallavolo?
“Davvero sono già passati dieci anni? Direi metà positivo e metà negativo: positivo perché sono arrivata dove volevo arrivare e sono felice di essere qui, negativo perché il percorso è stato costellato da infortuni”.

IMG_5964Come giudichi la tua esperienza al Club Italia?
“Mi ha fatto crescere tantissimo. L’aver fatto prima l’A2 e poi l’A1 ha aiutato un po’ tutti ad ambientarsi pian piano senza essere gettati subito nella mischia. Quello del Club Italia è un ambiente dove non si sentono pressioni come negli altri club”.

Cosa pensi della prestazione della squadra contro Modena?
“Abbiamo giocato bene e per due set abbiamo tenuto testa ad una squadra che ha nomi importanti. C’è però un grosso rammarico per come è finito il secondo set dove cinque battute ci hanno messo in difficoltà. Nel terzo set, poi, abbiamo mollato più mentalmente che fisicamente”.

Su cosa c’è maggiormente da lavorare?
“A livello fisico stiamo già lavorando molto, a livello mentale bisogna evitare i black out. Ad esempio, dei cinque palloni che ha tirato Marika Bianchini contro Modena alla fine del secondo set ci sta che prendiamo un ace, ma poi gli altri quattro dobbiamo gestirli diversamente”.

Quanto è stata dura stare a bordo campo e non poter dare il tuo contributo in queste prime due partite?
“Ormai purtroppo ci sono abituata, ma sono sicura che presto potrò dare una mano alla squadra e togliermi delle soddisfazioni anche’io”.

Cosa pensi del tuo recupero? È difficile riuscire a non forzare i tempi, vista la tua voglia di metterti in gioco?
“È molto dura. Io spingo molto, ma c’è sempre qualcuno che, giustamente e razionalmente, mi frena ricordandomi che dobbiamo andare piano visto che non è la prima volta che mi faccio male”.

IMG_5977Qual è l’origine del soprannome Charlie?
“Quando cinque anni fa sono stata operata dalla dottoressa Brogioli al primo ginocchio, all’inizio avevo difficoltà nei movimenti e lei, prendendomi in giro, mi dava della paralitica proprio come il suo cane, un trovatello paralizzato dallo spavento di nome Charlie. Dunque, per associazione, anch’io sono diventata Charlie”.

Due anni fa eri stata vittima di un’intervista doppia con Marika Bianchini, cosa le diresti ora dopo che contro Modena ha ribaltato il secondo set?
“Le direi che poteva evitare di farlo a Busto, però le faccio i complimenti perché non è facile entrare in battuta e fare quello che ha fatto. Praticamente ha vinto il set da sola”.

Allora hai dichiarato che eri contraria al sesso pre-gara. Ora che sei fidanzata, sei ancora della stessa opinione?
“Non lo so – diventa rossa -. Sinceramente non è mai capitato. Sono stata due anni nel Club Italia e lì non c’è nessuno che veniva nel pre-partita; quest’anno, quando giocherò, vedrò e allora potrò rispondere”.

Come mai hai deciso di tagliarti i capelli proprio dopo il ritorno a Busto? Voglia di cambiamento?
“Non so bene nemmeno io perché l’ho fatto. Al Club Italia c’era una mia compagna che ne parlava e alla fine lei non li ha tagliati e io sì. Ora però li sto già facendo ricrescere, e meno male”.

In un’intervista hai detto che se non fossi diventata una giocatrice di pallavolo avresti giocato a calcio. Pentita della tua scelta?
“A questo punto non so proprio come avrebbero reagito le mie ginocchia! Il calcio è sempre stato la mia passione fin da piccola e ci ho giocato per sette anni. Poi, però, essendo femmina, ho capito che era un ambiente un po’ discriminante e ho preferito la pallavolo”.

Cosa pensi dei tifosi AdF? Sono come li ricordavi o sono peggiorati?
“No, sono come li ricordavo – ride -”.

IMG_6647Sei ligure d’origine e da sempre c’è lo stereotipo che i liguri sono tirchi. In cosa non riesci proprio ad avere il braccino corto?
“Non ho il braccino corto e sinceramente ho trovato più bustocchi che liguri con il braccino corto. Quando qualcuno mi chiede una mano, sia che siano familiari o amici, non mi tiro mai indietro”.

Volevi tornare alla UYBA con tutta te stessa: qual è stato il tuo primo pensiero quando ti sei infortunata: preghiera allo Spirito Santo o imprecazione?
“Il mio primo pensiero è stato quello di smettere. Poi, ovviamente, nella mia testa questa cosa non era assolutamente concepibile e così, a poco a poco, l’ho presa un po’ con filosofia. È stato un momento critico nella mia carriera perché l’infortunio non comprometteva solo la stagione qui a Busto ma mi ha anche impedito di partecipare alle Olimpiadi”.

Come l’hai presa, invece, quando ti sei accorta dell’entità dell’infortunio: con filosofia o con SPIRITO?
“La risposta è, come ho detto prima, con filosofia”.

Ti stai allenando con lo SPIRITO giusto?
“Sì, mi sto allenando con lo spirito giusto, anzi a volte con troppo spirito”.

I tuoi amici ti prendono in giro con battute di SPIRITO?
“Questa è una domanda che mi fanno un po’ tutti insieme a quella in cui mi chiedono se sono uno spirito libero”.

Ti piace più donare o RICEVERE?
“Non lo so, certo ricevere regali e sorprese è sempre bello, ma anche donare ha il suo perché. Quindi entrambi”.

Tua mamma ha già due gatti, ti darebbe fastidio se portasse a casa ancora un’AGATA?
“In verità mia mamma ha già tre gatti, due dei quali miei. Io non posso tenerli con me perché Beatrice Berti, la mia compagna di casa, è allergica e quindi stanno da mia mamma”.

In inglese SPIRITO si pronuncia SPRITE?
“Ahah, che domanda è questa?!”.

Michela Guarino e Manuel Prearo