Quanto una vittoria possa fare primavera, è argomento da rinviare alla prossima puntata (nello specifico, domenica a Bolzano con la Virtus). Nell’attesa, l’eloquente 3-1 di ieri suggerisce 8 punti (tanti quanti quelli in classifica) per capire se un successo casalingo alla quinta giornata può davvero trasformarsi in una possibile svolta stagionale. E se ottobre (mese da sempre incline alle rivoluzioni), farà da sfondo anche al cambio di passo biancoblu.

– magari con Ghisalberti era un’altra cosa. Ma il Ciserano visto allo “Speroni” è davvero poca roba. La chiosa l’ha messa Aldo Monza che in visita parenti a fine gara ha sussurrato: “Per la Pro Patria, complimenti! E per noi? Condoglianze…”.

– il 4-3-3 era (ed è) un falso problema. Semmai, a marcare la differenza sono ritmo ed intensità con cui viene interpretato. E l’assortimento dei protagonisti che ne recitano il copione in campo. Sul tema, Bonazzi ha provato a tagliare corto: “La formazione di oggi? Una buona base di partenza”. A naso, forse, è invece già un punto di arrivo.

Pedone? No, alfiere. Nello scacchiere tattico della Pro Patria, l’ex Carrarese è il pezzo che bilancia due giocatori di passo come Disabato e Santic. E anche l’unico in mediana in grado di fare entrambe le fasi con qualità e continuità. Si prende parecchi rischi? Vero, ma in un centrocampo altrimenti compassato, ogni tanto l’azzardo è proprio ciò che serve.

– quando ad agosto scrivemmo che avrebbe giocato spesso, sembrava una previsione come tante. E invece, dopo aver saltato l’esordio ad Alzano, Alex Tondini è sempre entrato nell’undici di partenza. A destra e (con il Monza), anche a sinistra. Superando nelle gerarchie Scuderi e Piras. Il ragazzo ha le spalle strette, ma si farà. A patto di giocare semplice e di mettere su un po’ di massa muscolare. Alla sua età (per entrambe le cose), c’è ancora tempo.

– e a proposito di chili, Bortoluz ne avrebbe da prestarne. Ma quando un attaccante va a segno (due volte), il resto è solo noia. O didascalia. Giunto alla Pro Patria come backup di Cappai, Toro Scatenato ha grassato al sardo la numero 9. E se a centrocampo vanno in distinta 3 over, levarlo dai titolarissimi diventa ipotesi impraticabile.

– il nero sfina. Da sempre. Ma volendone fare una questione di fredda statistica (o scaramanzia) porta anche punti. In total black (Coppa Italia compresa), due uscite e due vittorie. In biancoblu, due successi (uno ai rigori), due pareggi e due sconfitte. Nemmeno sfiorati dall’idea che i colori tigrotti siano diventati la kryptonite (ok, sarebbe una bestemmia), sull’argomento, una pensata si rende comunque necessaria.

Marito y Maurito, di una spanna abbondante la miglior coppia di esterni del girone. Lo dicono la percezione che ne hanno gli avversari e, prima ancora, la robusta produzione offensiva: 4 reti e 3 assist in tandem in 5 partite. Numeri che sarebbero stati più rotondi se ieri (nella ripresa), non ci fosse stato qualche personalismo di troppo nell’inseguire la beneficiata. Volendo andare controcorrente, un peccato (seppur veniale) che ha zavorrato una prova sin lì sublime. E Santana, che è fuoriclasse del campo e dell’autovalutazione, non potrà che convenire.

– di Bonazzi si può dire tutto. E il suo contrario. Ha sicuramente commesso errori di gestione, di comunicazione e alcune sue scelte non hanno convinto (eufemismo). Ma ha un’idea di calcio molto connotata. Questo gli va riconosciuto. E, dopo qualche settimana, sembra aver finalmente capito come farsi scivolare addosso critiche e polemiche. D’altra parte, questa è la Pro Patria. Prendere o lasciare.

Giovanni Castiglioni