Si è svolto ieri a Varese il mini-corso dedicato agli allenatori e ai genitori sul tema della motivazione nel settore giovanile come strumento per prevenire l’abbandono dell’attività sportiva nell’adolescenza. L’incontro, organizzato da Rugby Varese e Cooperativa Sociale NATURart nell’ambito del progetto Sport & Benessere, ha visto a confronto operatori del settore, dirigenti e allenatori di società sportive e genitori ed è stato tenuto da Flavio Nascimbene, docente all’Università Cattolica di Milano e mental trainer di squadre e atleti dall’alto livello al settore giovanile, psicoterapeuta e psicologo dello sport di Psicosport, società che dal 1996 si occupa di formazione in ambito sportivo.

L’appuntamento di ieri sera è stato dedicato al tema della motivazione: conoscere i meccanismi che la regolano è il primo passo per poterla supportare e allenare. La motivazione è infatti la benzina che porta all’obiettivo, è quel valore aggiunto determinante che permette, a chi ce l’ha e la sa mantenere, di dare ed ottenere il massimo risultato, ma, per essere motivati, occorre saper individuare il proprio obiettivo e definire i passi necessari a raggiungerlo, un passaggio non sempre immediato per un ragazzo che sogna di arrivare alle Olimpiadi. Ed è qui che un coach può intervenire, per impostare le basi del lavoro coi giovani atleti.
La definizione dell’obiettivo in psicologia sportiva si chiama goal setting e può essere individuale o di squadra. Costituisce un passaggio chiave di tutta la stagione agonistica poiché, suddiviso in sotto-traguardi, aiuterà i ragazzi a tenere traccia dei propri miglioramenti alimentando la fiducia in se stessi e a inquadrare buone o scarse prestazioni in un percorso più ambio della semplice vittoria o sconfitta settimanale.

Di tutto ciò, si è parlato ieri sera: il saper gestire ed incanalare le emozioni, tra cui l’ansia da prestazione, le difficoltà di concentrazione e la capacità di darsi degli obiettivi sono solo alcune delle tematiche rispetto alle quali, intraprendendo percorsi corretti, si possono ottenere piccoli e grandi miglioramenti, che diventano poi scuola di vita da applicare in tutti gli ambiti, dagli studi all’atteggiamento quotidiano. E ancora si è cercato di rispondere alle tante domande: come contenere le aspettative del genitore che riversa sul figlio i propri sogni mancati? Come accogliere le confidenze di un giovane senza sostituirsi nel ruolo educativo genitoriale? E ancora, soprattutto, come instaurare un lavoro congiunto in cui tutte le parti siano coinvolte?
Sempre più spesso si ricorre alla figura dello psicologo dello sport: partendo da esempi di lavoro di squadra Flavio Nascimbene ha potuto mostrare alcuni strumenti utilizzabili, come la Scheda Sogno e la Scheda Obiettivi, per migliorare la comunicazione e la consocenza, innanzitutto, e saper individuare i propri punti di forza e di debolezza, anche attraverso il coinvolgimento positivo dei genitori.

Così Lilli Ferri, mental coach e partner di Psicosport: “Pensiamo ad un tavolo che, per stare in piedi, ha bisogno di quattro gambe. Allo stesso modo l’allenamento di un atleta è composto dalla preparazione atletica, tecnica, tattica e mentale; vasi comunicanti che concorrono a mantenere alta la perseveranza e a richiedere, ed a ottenere da se stessi, il migliore risultato possibile, laddove la vittoria non è tanto il risultato quanto la consapevolezza di avere dato il massimo”. Allo stesso modo, se un ragazzo di 11 anni vuole eccellere in una disciplina, il fatto di incontrare difficoltà sulla strada può essere stimolo o ostacolo insormontabile, l’atteggiamento è fondamentale.

Il progetto Sport & Benessere finanziato da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, che ha come obiettivo finale di formare attraverso lo sport i bambini, i ragazzi e i giovani della città di Varese.

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