Buona prestazione. Risultato negativo. Prendere l’una o l’altro? Entrambi. Perché quella di Cuneo è stata la terza sconfitta consecutiva, la sesta nelle ultime otto gare, la decima dell’era Pala (di cui otto di misura) e la 17^ da inizio campionato. Impossibile non sottolinearlo. Al netto delle attenuanti che sappiamo. Ma, come detto, sotto i fiocchi del “Fratelli Paschiero” la prestazione c’è stata. Eccome. Gagliarda, tosta e con interessanti spunti tecnici. Probabilmente la migliore in trasferta di tutta la stagione. Una prova di spessore che ci ha restituito una Pro Patria a cui (forse) sarebbe andato stretto anche il pareggio. Ma il campo (come spesso accade) segue logiche tutte sue. Che vanno accettate. Soprattutto quando il 2-1 finale è figlio di due evidenti smagliature. La prima di Paterna di Teramo, il fischietto di giornata. Il rigore assegnato ai piemontesi (il terzo contro i tigrotti nelle ultime quattro gare) non ci convince per niente. Quando sui falli di mano si tornerà ad applicare la cara vecchia volontarietà? Domanda banale. Risposta superflua. La seconda smagliatura fa invece capo alla difesa biancoblu, porosa sul raddoppio di Chinellato. Fuorigioco o meno (le immagini non chiariscono i dubbi), quella palla lunga andava coperta meglio.
Davvero un peccato perché (tornando a quanto già riconosciuto), la squadra ha mostrato temperamento e gioco. Due qualità che non sempre riescono ad andare a braccetto. Sul fronte strettamente tecnico vogliamo mettere in luce (tra le tante offerte), due chiavi di lettura: Sampietro e la fase offensiva. Il metronomo ex Sampdoria non è ancora al top della condizione. Non può esserlo, visto il lungo stop. Ma le sue doti di palleggio daranno alla Pro Patria una dimensione che in questi mesi (causa assenze) non ha potuto avere. Uno dei tanti rimpianti stagionali. Quanto all’attacco, il rientro (con gol) di Montini (ma il gesto del silenziatore si doveva evitare), la spregiudicatezza (calcolata) di Pala nella ripresa e la solita (imbarazzante) scienza calcistica di Marito Santana, hanno dimostrato che lo spartito può prevedere due ottave in più nell’intonazione. Da qui alla fine serviranno. Se non altro per dare valore al finale di stagione.
A chiudere due parole sul carattere. Una qualità che questa squadra ha sempre avuto ma non sempre ha mostrato (vedi Pordenone). Il clima che si respira allo “Speroni” in questi giorni (in particolare venerdì) è elettrico. Frequentando via Cà Bianca da 20 anni sappiamo che questo significa una cosa sola. Cambiamenti in vista (e alludiamo, a scanso di equivoci, al controverso fronte societario). Quanto queste novità siano imminenti lo diranno le prossime settimane. Una condizione ideale questa per produrre alibi e giustificazioni in serie a prove sottotono. Non però per questo gruppo che ha invece stretto i ranghi pensando solo al campo. Un merito che riconosciamo volentieri.

Giovanni Castiglioni