MastropasquaSe c’è un tratto distintivo che accomuna Pro Patria ed Alessandria, sono i musi lunghi del post partita. Per motivi opposti, ma con analoga applicazione. Si comincia da Mastropasqua, a cui la flemma, per la verità, non manca davvero mai: “Abbiamo giocato da grande squadra. Sapevamo che sarebbero partiti forte ed abbiamo un po’ sofferto all’inizio. Poi abbiamo dimostrato mentalità”. I rimpianti sono tutti per il gol subito e per quello che sarebbe dovuto essere e non è stato: “Sul gol di Marconi c’è stato un malinteso tra Ferri e Capua. Avessimo cominciato la stagione così saremmo a metà classifica”.
E a proposito di pive basse, Gregucci parte piano per prendere poi quota nel finale: “Duro confronto con i tifosi? Niente di che. Qui c’è troppa ansia da risultato. Siamo sull’altalena. Dobbiamo raccogliere le energie e fare quadrato. In questi mesi abbiamo speso più sul piano nervoso che fisico. Ma siamo ancora lì e saranno i dettagli a fare la differenza”.
Tra le scelte spiazzanti del tecnico dei grigi, anche quella di schierare dal primo minuto Michele Marconi. Sempre che non si tenesse in conto la scaramanzia visto che l’attaccante di Follonica è salito a quota 5 reti in carriera contro la Pro Patria (una doppietta l’anno scorso sempre allo “Speroni” e un’altra nel 2010 quando giocava nel Lecco). Il match winner di giornata la prende decisamente larga: “Nel calcio non bisogna dare nulla per scontato. Due settimane fa qui aveva sofferto anche il Bassano. Il successo è dedicato a Mezavilla che ha rimediato una brutta botta al naso”. Al suo fianco Guerriera non fa mistero della sorpresa nell’aver giocato a sinistra: “Non me l’aspettavo visto che di solito vengo schierato dall’altra parte. Con Santana è stata davvero dura. Ma con uno così…”.
E mentre il presidente Nitti è avvistato nelle consuete arene televisive proprio mentre la squadra soffre e si sbatte in campo, la delusione più forte è quella di Michele Ferri che, in mancanza del risultato, non riesce certo a farsi bastare la prestazione: “Se raccontiamo in giro che abbiamo giocato bene la gente non ci crede. Mi dispiace molto, soprattutto per i ragazzi che meriterebbero altri risultati e che vengono sistematicamente bersagliati. E’ un peccato”. Parole da capitano vero. Come quelle che seguono: “So che sono frasi fatte. Ma dobbiamo onorare la maglia fino all’ultimo”. Il passato (almeno quello) è ormai completamente alle spalle: “Cosa è cambiato dopo il cambio di allenatore? Siamo una squadra più tranquilla anche fuori dal campo e con un’identità ben precisa”. Una stoccata a Pala. Senza tanti giri di parole.

Giovanni Castiglioni

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