Il post-paesaggio dell’Homo Tecnologicus. Ovvero, l’universo espressivo di un artista lodigiano con l’hobby per il calcio. E non (sia chiaro), il contrario. Perché per Pierpaolo Curti (tecnico della Pergolettese prossima avversaria della Pro Patria), le priorità non sono mai state in discussione. Pittori si nasce. Allenatori lo si può sempre diventare. Anche quando si è stati calciatori professionisti e il pennello, in realtà, è arrivato solamente dopo. Resine, colle, ovatta, cere, polveri e materiale di recupero. Oppure, possesso palla, 4-3-3, metodi di allenamento e tattica applicata. Materie complementari o incompatibili? Domanda oziosa. Risposta inutile. Il segreto è non fare a meno di nulla. Arrivando così a vedere le proprie opere esposte alla Biennale di Venezia e al M.U.N.A. di San Paolo. O centrando due promozioni con il Fanfulla prima di approdare a Crema nell’estate scorsa. Tutto (più o meno) contemporaneamente.

Per ottenere il meglio dai miei ragazzi uso la metafora delle 34 porte: le partite che dovremo affrontare sono come 34 porte, dobbiamo aprirle una alla volta e cercare di portar via tutto quello che c’è dietro, non importa se non saranno sempre tre punti “. Bussate le prime 12, sono arrivate 10 vittorie (8 consecutive per aprire la stagione). E, ovviamente, anche la vetta della classifica davanti a formazioni (sulla carta) più attrezzate come Monza, Virtus Bergamo, Seregno e la stessa Pro Patria. Sempre con l’annesso tormentone del “prima o poi tanto si fermano”. Più poi che prima visto che le due sconfitte nelle ultime quattro gare non hanno sconvolto una graduatoria che ha margini ancora confortanti (quantomeno sulla terza).
Merito (anche) di un allenatore che non mette il pallone al primo posto. Mattinate in studio a produrre attacchi d’arte. Pomeriggi al “Bertolotti” ad organizzare attacchi (e difese) tratteggiati sull’avversario di turno. “La creatività mi aiuta a inventare esercizi sempre nuovi e il mio bagaglio artistico è fondamentale all’approccio verso qualsiasi esperienza, perché l’arte ti migliora innanzitutto come persona”. Segreto autentico o snobismo bohémien? Vallo a sapere. Sull’argomento, non si registrano sviluppi. Tantomeno obiezioni della squadra. Sempre che sia possibile eccepire qualcosa ad un allenatore dalla profondità insondabile. Sulla tela, prima ancora che sul campo.

Tutta la tua ricerca artistica sembra dominata da una visione pessimistica del presente, da una sorta di sconforto esistenziale che, invece, contrasta con la tua personalità. Come giustifichi questa scissione isterica tra te e la tua opera? “L’ideale per me, sarebbe quello di cogliere l’intimità delle cose, senza che esse vengano troppo interpretate, vorrei riuscire a dimenticarmi di me, per essere più lucido, per questo forse avverti questa leggera frattura“. Botta e risposta tratto da That’s Art di qualche tempo fa. Curti può stare sereno. Domenica in sala stampa non si andrà così per il sottile.

Giovanni Castiglioni