Gianluca Porro, nato a Milano il 16 marzo del 1979, ha fatto il suo esordio nel calcio ‘vero’ con la maglia biancorossa il 23 febbraio 1997 in un Varese-Cremapergo. La stagione successiva l’allora ds Stefano Capozucca e mister Giorgio Roselli credono in quel ragazzo di 19 anni che ha tanta qualità nei piedi: sono 33 le presenze e, al termine di quell’annata trionfale, per lui si aprono le porte della serie A all’Empoli. Nel gennaio del 2003 torna in biancorosso, dopo campionati in cui ha vestito la maglia di Empoli, Ascoli, Carrarese, Chieti e Prato; in un’annata e mezzo totalizza 41 presenze e si rilancia nel calcio di terza serie.
Varese ha sempre avuto un sapore particolare – ci confida Porro -, nei momenti giusti c’è sempre stata. Mi ha lanciato quando ero un bimbo, mi ha rilanciato a 24 anni e ora mi sta dando una grande opportunità all’inizio di una nuova carriera“.

PorroMa andiamo con ordine, cosa ti ricordi di quelle stagioni in biancorosso?Sarà retorica, ma il primo amore non si scorda mai ed è vero. Mister Roselli ha creduto in me quando avevo poco più di 18 anni e quella stagione (1997-98, ndr) che è culminata con la promozione dalle C2 alla C1. Un gruppo di ragazzi fantastici con cui sono nate amicizie vere. Quando sono tornato nel gennaio del 2003 tutto era nuovo, una nuova società con grandi progetti. Sappiamo tutti come è andata la stagione successiva con la retrocessione e poi il fallimento. Ma Varese,  per me, è sempre Varese“.
Hai dovuto appendere le scarpe al chiodo a poco più di trent’anni con ancora qualcosa da dare al calcio giocato. “Un brutto infortunio e un problema all’anca mi hanno obbligato a scegliere. Ti confesso che non più tardi di tre anni fa il Lugano mi aveva fatto una proposta, ero pronto ad andare, ma al primo allenamento ho sentito male e non me la sono sentita di accettare“.

Cosa fa ora da grande Porro?Il calcio è sempre stata la mia vita e in tutti i modi ho cercato e sto cercando di costruirmi un futuro in questo mondo. Con Ettore (Menicucci, ndr) stiamo realizzando un progetto ambizioso legato alla scuola per i portieri di squadre di calcio“.
Spiegaci meglio: tu, attaccante, segui i portieri?Certo, io e tutto lo staff, siamo in undici persone che contribuiscono a portare avanti il progetto. Facciamo un lavoro specifico in un ruolo delicato come quello del portiere. Gli ex numeri uno della nostra scuola valutano tutti gli aspetti dal punto di vista dell’estremo difensore; io metto a disposizione la mia esperienza come attaccante per cercare di valutare il ruolo anche da un’altra prospettiva. Inoltre, nel calcio moderno, il portiere deve saper giocare anche con i piedi e in tal senso riesco a dire la mia (poi scoppia in una fragorosa risata, ndr)”.

Veniamo alla collaborazione con il Varese Calcio, un passo importante per voi.Assolutamente sì e voglio ringraziare la dirigenza che ci ha permesso di realizzare questa collaborazione. Abbiamo chiuso un accordo triennale, seguiremo tutti i portieri del Settore Giovanile con la nostra Numero 12“.
Numero 12? Il nome è già un programma. Il nostro obiettivo è farli diventare dei numeri 1, per questo abbiamo scelto numero 12. Seguiamo diverse squadre nell’interland milanese e porteremo la nostra esperienza al Varese; inoltre facciamo anche dei corsi privati per chi vuole completare il lavoro fatto con le rispettive squadre. Presto saremo operativi anche su Varese e ne approfitto per invitare tutti a contattarci allo 327.1342310“.

Michele Marocco