C’è l’intemerata in Eziolino Capuano style: “Anche questi campioni qua in 20-25 partita hanno fatto un gol: Gasbarroni zero, uno su rigore, Bruno ne ha fatti 7, ma 3 o 4 su rigore. Di cosa stiamo parlando? Bisogna giocare a calcio ma correre, gli altri bisogna seguirli“. C’è lo sfogo autobiografico: “Servirebbe un allenatore con 20 anni di meno”. E c’è pure la sbroccata politicamente scorrettissima: “Qua sembra che tutti vogliano veder giocare Balotelli, come in Italia, un giocatore che non sa giocare, con una faccia da ca..o proprio, e lo vogliono sempre dentro. E l’allenatore, che io ho trovato a Coverciano l’altro ieri, continua a menarla sulla società, sulla società e io gli ho detto ‘Ma tu perché continui a farlo giocare? Mi dici che lo vuoi prendere a calci nel c… da qua al suo paese, che è in Abissinia, dove ca..o abita lui no?, e poi lo fai giocare“. Insomma, c’è davvero tutto. Comprese rettifiche e scuse (“Sono un credente quindi posso sbagliare 70 volte 7…e sono sulla buona strada”), Cesare Albè 2perché nel favoloso mondo di Cesare Albè la lingua batte sempre dove il campo duole. E batte forte. Tanto da catapultare la piazzata del tecnico della Giana Erminio (prossimo avversario biancoblu sabato ore 17.30, stadio “Speroni”) nella Top List dei video più cliccati del web nostrano. Tutta colpa di uno 0-0 con il Mantova. E di una tirata a briglia sciolta che ha trasformato un insipido pareggino di metà marzo in una serata da ricordare. Della serie, come regalare titoli alla stampa conciando (verbalmente) per le feste bersagli di ogni calibro. Anche a costo di spedire nel dimenticatoio trentacinque anni di onorata carriera dalla Terza Categoria al professionismo.

Già perché l’ormai ex impiegato della Siemens Telecomunicazioni ora in pensione, oltre ad una dialettica senza apparenti freni, dispone anche di un curriculum unico nel panorama calcistico tricolore. Vent’anni e rotti al servizio della squadra biancazzurra condotta dalle paludi di un sano dilettantismo di provincia alle platee della terza serie nazionale. Grazie a solido mestiere, ruvido buon senso e corrispondenza di sportivi sensi con Oreste Bamonte e Angelo Colombo, rispettivamente Presidente e Responsabile della Gestione (leggasi factotum) del sodalizio intitolato ad un valoroso caduto della Grande Guerra. Una triade ad alto tasso di fedeltà reciproca che ha garantito all’allenatore di Cassano d’Adda tempo illimitato, fiducia inossidabile e l’inevitabile etichetta di Ferguson della Martesana. In attesa di capire se, scollinati i 66 anni, i propositi di abbandono troveranno conferme nell’estate a venire.
Alla seconda stagione in Lega Pro, la Giana Erminio è a caccia della salvezza bis. Obiettivo fissato recentemente dallo stesso mister al raggiungimento dei 38 punti. Al momento, per tagliare il traguardo, ne mancherebbero dunque 6 con altrettante giornate da giocare. Non sarà facile. Anche in virtù di un sensibile rallentamento che ha prodotto un solo successo in 10 gare (1-0 a Bolzano con Paleari sugli scudi) ed una sola rete realizzata nelle ultime 6 partite (proprio quella di Bonalumi al “Druso”). Oltre, s’intende, alle dichiarazioni ad alto voltaggio di cui sopra. Ipotesi formazione? Due gli scenari possibili: difesa a 3 (come contro il SudTirol), o difesa a 4 (come in gran parte del campionato). Visto il rientro dal turno di squalifica di Polenghi (assente nello 0-0 con l’AlbinoLeffe), azzardiamo prima opzione. Quindi 3-5-2 con Paleari tra i pali; Montesano, Polenghi e Solerio in difesa; Perico, Marotta, Biraghi, Grauso e Augello in mediana; Perna e Bruno (o Cogliati) di punta. In caso di linea a 4, Perico scalerebbe a destra dietro con Solerio sulla corsia mancina, mentre Pinto farebbe il quarto di centrocampo con sacrificio di Grauso.

All’andata (22 novembre) al “Città di Gorgonzola” terminò 0-0 con emozioni ridotte allo stretto necessario. Stesso risultato dell’unico precedente allo “Speroni” datato 19 ottobre 2014. Anche allora taccuini immacolati (o quasi), nonostante rosso a D’Errico e contingenze di classifica. Finisse così anche sabato, l’unica speranza sarebbe aggrapparsi alla facondia dell’ineffabile Cesare Albè. A cui gli 0-0 fanno sempre un certo effetto.

Giovanni Castiglioni