Cresciuto nelle giovanili biancorosse, il varesino Giampaolo Calzi, centrocampista classe 1985, non ha mai vestito la maglia della prima squadra del Varese. E’ stato invece capitano e bandiera della Pro Patria. L’estate scorsa ha sposato un nuovo progetto e deciso di vestire la maglia del Venezia, tuttavia non ha abbandonato il calcio in provincia, anzi, sta investendo per il futuro.

Perché non sei mai arrivato alla prima squadra del Varese?

“Sono cresciuto nel Settore giovanile biancorosso giocando per cinque anni dagli Allievi fino alla Beretti, poi nel 2002 l’allora presidente Turri mi mandò a Castelletto Ticino in Serie D per maturare. Quel Varese è sparito e io non sono più tornato. Una volta sono stato vicinissimo all’accordo, nella stagione 2009-10: ero a Lecco e Sogliano, consigliato anche da Corti che arrivava da lì, mi voleva e mi fece una proposta che non potevo rifiutare. Era tutto fatto, avevo le valigie pronte, ma poi non se ne fece nulla perchè il Lecco non mi lasciò andare”.

Foto LaPresse - Simone Raso30/05/2015 (ITALIA)Sport CalcioPro patria Lumezzane Campionato di Calcio Lega Pro  2014 2015 Play out Nella foto: CALZINella tua carriera c’è tanta Pro Patria…
“E’ la maglia che ho vestito per più tempo (90 presenze in 3 stagioni e 6 mesi ndr) e che mi ha fatto gioire e piangere allo stesso tempo. Quest’anno è durissima, ultimamente si è ripresa, la salvezza è un’impresa, ma ce la può fare. Lo scorso anno, sono arrivato a gennaio, eravamo a 12 punti dai playout e siamo riusciti a centrarli. Se non si fosse messo di mezzo lo scandalo del calcioscommesse che ci ha letteralmente ammazzato, sono sicuro che ci saremmo salvati sul campo. Oggi la Pro è ancora nel professionismo e un po’ di merito è anche nostro”.

Questa estate il passaggio al Venezia, squadra in Serie D…
Ho deciso di ripartire da una piazza ambiziosa con progetti importanti. Mi ha chimato Perinetti, uno di quei ds che quando ti cerca non gli puoi dire di no. Ho scelto di scendere di categoria anche perchè la D è diventato ormai un  campionato importante in cui si può fare del buon calcio.  Ci stiamo giocando il campionato con il Campodarsego, la vera sorpresa della stagione, poi dietro di noi il vuoto”.

Stai già pesando al dopo calcio?
“Questa estate con altri amici, Massimo Sidotti,  Giuseppe Gianzini, Andrea Balconi e Massimo Chiroli, abbiamo fatto ripartire il calcio a Mornago iscrivendo la squadra in Terza Categoria. Il Centro Sportivo è importante e vogliamo farlo ripartire alla grande per dare un servizio alla comunità oltre che alla squadra. Ci sono: un campo a 11 in erba, uno a 9 in terra da sistemare e uno a 5 in sintetico; possono essere ben sfruttati. Il progetto è di far rifiorire il Settore Giovanile con istruttori qualificati e strutture adeguate”.

Segui il Varese di quest’anno?
“Certo, sono sempre tifoso dei biancorossi. Una vera è propria impresa quello che è stata fatto dalla nuova società, un po’ come è successo a Venezia. La squadra è importante, gente come Gheller, Marrazzo, Giovio e Luoni, tanto per citarne alcuni, non c’entrano nulla con questa categoria. Sono certo che il campionato è in tasca e sarò felice di vedere il Varese in D l’anno prossimo”.
E che sia volta buona di vedere Calzi con la maglia biancorossa della prima squadra. Un ottimo modo per chiudere la carriera.

Michele Marocco