Se ci si mette anche Cesare Albè, allora è davvero finita: “E’ stata una gara molto complicata, più di quelle che ci attendono. La Pro Patria è una squadra organizzata che ci ha messo in difficoltà. Mi dispiace per i fischi ma Busto ha grande storia ed è normale che ci sia questa pressione”. Che dire, ce lo ricordavamo più salace, ma forse si tratta solo di cortesie per gli ospiti.
imageDiverso invece quando la stessa solfa viene servita anche dalla coppia di inquilini della panchina biancoblu: il titolare dimezzato Mastropasqua e la new entry Luigi Alvardi presentato come “profondo conoscitore della Serie D, soprattutto in Sardegna”. Referenze che, ne siamo certi, verranno buone più in là. L’analisi in stereo è il solito disco rotto: “Avevamo preparato bene la partita e abbiamo dato tutto fino all’ultimo. Purtroppo ci facciamo gol da soli. Vedere i ragazzi che, nonostante la classifica corrono fino al 90’ è importante”. Come se il professionismo prevedesse altrimenti. Ma passiamo oltre perché, incalzato, il binomio mostra qualche cedimento: “E’ vero abbiamo dei limiti ma ai ragazzi non possiamo imputare nulla”. Tranne a Capua che, sacrificato nel bizzarro ruolo di punta centrale, ha accolto la sostituzione con qualche effetto speciale: “E’ inaccettabile. Ne parleremo martedì. Non so perché fosse contrariato”. Con un pizzico di fantasia forse ci si arriva. E chissà se i vertici societari prenderanno provvedimenti visto che mentre Capua mandava a stendere il mister, il presidente Nitti veniva segnalato nella consueta arena televisiva.
E meno male che c’è Michele Ferri. Almeno lui non prende la circonvallazione: “Se siamo ultimi ci sarà un motivo. Non credo sia un problema di impegno ma di qualità individuali. La gente fa bene a contestare. Con questi risultati impossibile fare diversamente”.
Quando la verità è così semplice, basterebbe semplicemente ammetterla. Non si chiede di più.  

Giovanni Castiglioni

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