Tifosi pro patria a PadovaUn metodo a prova di errore per capire se si ha di fronte un autentico tifoso biancoblu? Chiedere dove si trovava il 21 giugno del 2009. Se la memoria non fa difetto e (soprattutto), se la risposta è che nel pomeriggio di quella domenica trepidava allo “Speroni” in mezzo a quasi 4 mila appassionati, beh, allora, la patente di cuore tigrotto può essere tranquillamente vidimata. Piaccia o non piaccia, nella storia recente della Pro Patria esiste infatti un prima e un dopo quella data. In mezzo, 90’ memorabili, uno sviluppo drammaturgico ricco di ombre e un avversario che da quel giorno ha assunto i connotati della nemesi. Già perché parliamo della gara di ritorno della finale playoff dell’allora Prima Divisione: 2-1 per il Padova e sogno di tornare in Serie B riposto in un cassetto dove giace ormai da 50 anni. Tanti ne sono trascorsi dall’ultima partecipazione alla serie cadetta e solo il cielo sa quanti ne dovranno ancora passare prima che si possa tornare a calcare quel palco. Quindi nessuno stupore se domenica (anche se si giocherà nella Città del Santo) il pensiero correrà inevitabilmente a quello snodo cruciale della quasi secolare storia della Pro. In fondo (viste le magre del presente), il “come eravamo” risulta quasi consolatorio. Nonostante l’esito nefasto.

Tra i reduci di quella sfida è rimasto il solo Andrea Pisani, il cui conto aperto con i biancoscudati non potrà però certo essere saldato nel match di domenica (ore 17.30, stadio “Euganeo”) quando in palio ci saranno punti pesanti per le residue speranze playoff dei veneti (attualmente a meno 7 dal quarto posto) e solo briciole di dignità per l’epilogo stagionale bustocco. Un appuntamento con il passato in cui il Piso ha già dovuto disertare (causa squalifica) il primo atto, giocato a Busto il 28 novembre e terminato 0-0. Da allora sul Bacchiglione sono cambiate molte cose. A partire dalla panchina, dove Carmine Parlato (esonerato il 2 dicembre) è stato sostituito da Bepi Pillon, tornato a Padova dopo 18 anni. Il tecnico di Preganziol ha subito svoltato il campionato con 9 risultati utili consecutivi, vincendo poi 4 delle ultime 6 gare e perdendo solo con il Cittadella (davanti a 6.144 spettatori, record stagionale per il Girone A) e con il Pordenone. Una rincorsa frenata dall’1-1 (con annesse polemiche per la direzione dell’arbitro Maggioni) rimediato domenica a Cuneo. E il confronto diretto con l’Alessandria alla 34^ giornata potrebbe arrivare a cose ormai fatte.

Sul piano tattico, la squadra si è rifugiata in un solido 4-4-2 che domenica (al netto dello squalificato Baldassin) potrebbe prevedere Favaro in porta; Diniz, Sbraga, Fabiano e Favalli in linea difensiva; Ilari, De Risio Mazzocco e Finocchio in mediana; Altinier e Neto Pereira in attacco. Salvo sorprese che potrebbero coinvolgere anche l’ex Daniele Corti (a Busto dal 2002 al 2004), tornato in gruppo proprio questa settimana dopo un mese di stop.

Nella storia i precedenti in campionato tra i due club sono 63, di cui 16 in serie A e 14 in B. Il bilancio complessivo vede 15 successi tigrotti, 25 pareggi e 23 vittorie patavine. A Padova però la Pro Patria ha vinto una sola volta: 19 dicembre 1965, 0-2 con autorete di Rinaldo Frezza e sigillo di Alberto Duvina. Si giocava ancora nella straordinaria cornice del vecchio “Silvio Appiani”, abbandonato nel ’94 per il nuovo (ma freddissimo) “Euganeo”. L’impianto di Viale Nereo Rocco ha ospitato l’ultimo incrocio tra le due squadre, l’andata del playoff di cui sopra disputata il 14 giugno 2009 (0-0 con rigore parato da Giambruno a Rabito). In campo (con la formazione allora allenata da Carlo Sabatini), anche William Jidayi, fratello di Christian, difensore medianizzato della Pro attuale. Tornando a bomba, quel giorno l’esodo sulla Serenissima scollinò il migliaio di tifosi biancoblu (nella foto in piccolo). Domenica (a occhio e croce) ce ne sarà qualcuno di meno.

Giovanni Castiglioni