Una poltrona per tre. Il posto è uno ma l’offerta è triplice e il 22 dicembre è destinato ad essere ricordato come una data cruciale nella recente storia della Lega Pro. Oggi a Firenze si mette infatti la parola fine all’era Macalli, protrattasi per 18 anni e già formalmente chiusa nel luglio scorso quando le dimissioni del consiglio direttivo avevano portato all’insediamento in via Jacopo da Diacceto del commissario Miele. E che si tratti del tramonto di un’epoca è testimoniato dalla vivace contesa elettorale accesasi nelle ultime settimane. Tornando alla giornata odierna, il programma prevede alle 10.30 l’approvazione del bilancio e alle 14.30 le votazioni per il nuovo consiglio. Chi sono gli aspiranti presidenti?

Raffaele Lello Pagnozzi, ex dirigente CONI e FIGC, suocero di Sandro Nesta e nel febbraio 2013 contendente (senza successo) alla massima carica del Comitato Olimpico Nazionale poi conquistata da Gianni Malagò. Gabriele Gravina, consigliere federale e dirigente di lungo corso. La sua candidatura ha già suscitato un vespaio per il ricorso (poi respinto) presentato da alcune società per la sua presunta ineleggibilità causa carica federale. Infine, l’outsider (ma fino ad un certo punto) Paolo Marcheschi, ex dj, consigliere regionale in quota centrodestra e vice uscente nella giunta Miele della Lega commissariata post Macalli.
In ballo, oltre alla presidenza, anche due vice e otto consiglieri per un esecutivo in carica per pochi mesi. Già, perché nel 2016 si tornerà a votare in occasione della scadenza naturale della legislatura. Un mandato di breve durata che avrà in agenda il rilancio economico e d’immagine della terza serie italiana. Sul tavolo, sblocco degli 8,5 milioni di contributi destinati per legge alla Lega Pro, revisione dei format della Coppa Italia, superamento dell’impasse legislativa sui diritti tv, nuovo modello organizzativo per prevenire i reati sportivi. E poi, l’autentico tema dirimente e cioè il possibile ritorno degli organici di Lega dalle attuali 54 alle “vecchie” 60 squadre. Uno snodo da cui dipende il futuro (sportivo e non) della Pro Patria.

Giovanni Castiglioni