Gli scaramantici sono autorizzati a toccare ferro (o affini). Tutti gli altri possono invece mettersi comodi perchè a 180′ dalla fine per la Pro Patria l’obiettivo playout è un traguardo cui manca solo la certificazione. Eccesso di ottimismo? Può darsi, ma il più tre sull’ultima, un oroscopo ricco di ascendenti, e Pordenone- AlbinoLeffe alla 38^ sono tre assist in favore del virtuale raggiungimento dell’appendice post-stagionale. Ma andiamo con ordine. Con due punti i biancoblu sono matematicamente agli spareggi. A quota 34, infatti, la Pro Patria potrebbe essere superata dall’AlbinoLeffe (attualmente a 29) solo grazie a due vittorie. In quel caso però (in funzione dell’incrocio di cui sopra), il Pordenone (oggi a 31) potrebbe solo agganciare i tigrotti, rimanendone comunque alle spalle in virtù del doppio confronto diretto sfavorevole (grazie alla traversa di Ravasi, autentica Sliding Doors della stagione bustocca). Due pareggi con Venezia e Monza e la prima tappa della missione salvezza sarebbe dunque compiuta. Niente male per una squadra per cui solo tre settimane fa l’eventualità poteva essere a buon diritto catalogata come periodo ipotetico dell’irrealtà. Una riscossa ottenuta grazie ai soliti sospetti in campo e al quarto inquilino stagionale in panchina. Con 18 punti in 14 gare Marcello Montanari ha svoltato la stagione nonostante qualche comprensibile inciampo (difesa a tre con il Pordenone, Arati terzino e un certo ritardo nel congedare il 4-2-3-1 con D’Errico, Candido, Serafini e Baclet contemporaneamente in campo) ma mostrando qualità tecniche e lo spleen necessario a domare le insidie di un campionato nato male e proseguito peggio. Una sua chiamata più precoce avrebbe evitato un finale comunque a redini alzate.
Solo il tempo (forse) ci dirà chi (ma qui gli indizi sono univoci) e soprattutto perchè ha deciso di appaltare al franchising del governo ombra la gestione del club in una stagione così delicata. Se le vittorie hanno molti padri, gli errori (così come le sconfitte) sono più spesso orfani.                        

Giovanni Castiglioni