Se fai 6 vittorie nelle ultime 10 giornate quando prima ne avevi messo insieme solo la metà nel triplo di partite (28 per l’esattezza), i casi sono due: o sei cambiato tu o sono cambiati gli avversari. Ovviamente, in casa Pro Patria, più la prima della seconda perchè il riscatto del campionato tigrotto (e i playout agganciati con la seconda testa di serie) sono passati attraverso una seduta di autocoscienza collettiva. E a una ricetta salvezza scandita da cinque M: mentalità, modulo, mercato, Montanari e calendario (vabbeh, le M erano finite). D’accordo, ci sarebbe anche la M di Matteo Serafini (13 reti di cui 5 nelle ultime 5 giornate) ma ormai il capitano, a 37 anni suonati, non è più un segreto. Comunque, della Zen Revolution, del 4-3-3 e del provvidenziale approdo di Calzi, Pisani (e di Palumbo) a gennaio, si è già scritto a noia. Sul mister ci torniamo, mentre sul calendario è quasi superfluo sottolineare come incrociare FeralpiSalò, Cremonese o Venezia ad aprile inoltrato o a maggio comporti un diverso quoziente di difficoltà. Nessuno ha regalato nulla, sia chiaro. Ma le diverse motivazioni dovevano fare (e hanno fatto) la differenza.

E rieccoci a Montanari. Nonostante la sua pluriennale frequentazione di Corrado Orrico, dall’ex tecnico di Massa non ha certo assorbito la cifra esistenzialista tipica del suo credo calcistico e della sua verve dialettica. Semmai, per rimettere in sesto la baracca, ha fatto suoi concretezza e pragmatismo. E un certo disincanto. A partire da quel laconico “Son ragazzi…” del post 3-0 di Alessandria che sotto una solo apparente patina di superficialità nascondeva invece una profonda analisi delle qualità (e delle fragilità) di un gruppo frastornato dallo stress test della prima fase di stagione.

E poi, come bonus track, ci sarebbe anche la non ostilità dei poteri forti. Davvero sicuri? Beh, a naso, dopo gli abbagli di Di Martino contro il Como e di Andreini a Bassano, le giacchette nere (o multicolori) hanno fatto più o meno il loro. Insomma, a dispetto della vulgata, il Palazzo non si è messo di traverso. Anzi. Quattro rigori a favore nelle ultime quattro giornate (e sei nelle ultime dieci) sono prove, indizi, semplici coincidenze o mera statistica? Fate voi. Nel dubbio, i rigori, sempre meglio averli a favore che contro.

Intanto, in vista del barrage con il Lumezzane (andata il 23 alle 16 in Valgobbia, ritorno il 30 sempre alle 16 allo “Speroni” con capatina di Vavassori? Mah…), la squadra riprenderà domani la settimana di lavoro che culminerà sabato con un test amichevole con avversario ancora da definire. A 180′ dalla fine l’obiettivo è chiaro: recuperare gli acciaccati (Melillo e Pisani), dare una spolverata alla condizione atletica e andarsi a prendere una salvezza che avrebbe i connotati dell’impresa.

Ma, edulcorando il Mister Wolf di Pulp Fiction, “non è ancora il momento di cominciare a farci i…complimenti a vicenda”. C’è ancora un playout da superare. Per i…complimenti ci sarà tempo dopo.

Giovanni Castiglioni