Sulla differenza tra il dire e il fare c’è una letteratura ormai consolidata. Non e’ il caso pero’ di scomodarla per ricordare come alla vigilia Montanari avesse fatto robusti propositi per allontanare i panni della vittima sacrificale. Alla resa dei conti, purtroppo, la Pro Patria quel ruolo ha dovuto suo malgrado interpretarlo: “Era già difficile così. Poi abbiamo regalato un gol e un uomo e non c’è stato più niente da fare. Abbiamo anche cercato di giocare come dimostra il modo con cui abbiamo concesso il 3-0. La differenza tecnica era troppo elevata“. Così, a sensazione, la squadra è però sembrata quasi rassegnata: “Se prendete la distinta con le formazioni vi rendete conto dal gap di esperienza (56 anni complessivi, ndr)”. E di Guglielmotti ormai al terzo indizio (rosso) utile a formulare la prova? “E’ un giocatore che si fa prendere spesso dall’emotivita’. Cosa volete…son ragazzi…”.
Appreso lo stato dell’arte della (meglio?) gioventu’ tigrotta, non resta che dare spazio al tecnico vincente D’Angelo, in sala stampa in rigorosa maglietta  a mezze maniche. Caldo? “No, siamo solo felici per il risultato. La sconfitta del Como, di fatto, ci avvicina ai playoff. Oggi e’ stato un passo importante anche se nel primo tempo non mi e’ piaciuta l’interpretazione della gara”.
A noi invece non sconfiffera neanche il post partita con il saldo zero dei giocatori biancoblu disponibili ai microfoni. Come diceva Montanari?…son ragazzi…

LA PARTITA

Giovanni Castiglioni