Rosario Rasizza è un grande appassionato di sport e, anche per questo, è un piacere dialogare con lui: risposte precise, mai banali e tantomeno scontate. Dopo la prima stagione come main sponsor della Pallacanestro Varese con la sua Openjobmetis (di cui è AD), è pronto a ributtarsi nella mischia anche per il prossimo anno. 

Alla fine della prima stagione da sponsor e alla vigilia della seconda, qual è il suo bilancio?
“È certamente positivo, indipendentemente dai risultati sportivi che pure sono determinanti per chi come Pallacanestro Varese fa del palmarès un vanto. Siamo contenti perché abbiamo conosciuto una società seria e un Consorzio serio che segue la squadra con passione. Non potevamo che continuare, soprattutto nel 70° compleanno biancorosso”.

Verso maggio non era ancora sicuro di rinnovare l’accordo per questa stagione, ora cosa è cambiato?
“Per quanto riguarda la squadra, niente. Openjobmetis quest’anno è impegnata anche nel percorso della quotazione in borsa. Semplicemente avevamo tante carte sul tavolo e davamo priorità al futuro dell’agenzia. Ma la sponsorizzazione non è mai stata messa in discussione”.

Parliamo per un attimo dell’extra basket: cosa vorrebbe che accadesse attorno alla Pallacanestro Varese?
“Mi piacerebbe che diventasse sempre di più un brand, perché tutti conoscono la Pallacanestro Varese nel mondo. Anche la società deve strutturare un ufficio marketing all’altezza del brand e portarla per il mondo come brand vuol dire portare il territorio. E avendo noi fondato l’azienda a Varese, vuol dire portare anche me”.

Rasizza openjobmetisSu queste basi potrà continuare questo matrimonio?
“Non siamo soliti fare programmi a lunga scadenza su progetti di sponsorizzazione perché ci piace metterci sempre in discussione. Certo è che Pallacanestro Varese rappresenta qualcosa di eccellente. In più, abbiamo la nostra sede a pochi chilometri da Varese. Come si dice in questi casi? Mai dire mai”.

Veniamo a lei: qual è il suo rapporto con lo sport in generale?
“Qui non posso nascondermi: il mio sport preferito è il tennis, che ho frequentato a livello agonistico. Purtroppo quando ho iniziato a lavorare in maniera continuativa ho dovuto lasciare, ma è sempre il modo migliore per cancellare le tensioni della giornata. Quando entro nel campo da tennis le preoccupazioni rimangono fuori”.

Si può dire che uno dei motivi per cui ha scelto di buttarsi nello sport è che può essere un veicolo di valori?
“Sicuramente non avremmo mai fatto questo tipo di sponsorizzazione se non ci fossero anche nella squadra valori che sono simili ai nostri. Lo sport insegna il rispetto dell’avversario e anche il fatto che bisogna saper perdere. A questo proposito, vorrei che il terzo tempo venisse istituito per legge. In definitiva, abbinare il nostro brand a uno sport sano che ha dei valori è fondamentale”.

Lei ha sponsorizzato volley e basket. Perché non il calcio?
“Il tema-calcio è molto complesso, delicato: ha logiche diverse. Comunque, poche settimane fa abbiamo incontrato la nuova presidenza del Varese Calcio attraverso il sindaco Fontana, e devo dire che abbiamo percepito un cambiamento dell’impostazione. Abbiamo dialogato col presidente Ciavarrella, che vuole essere un esempio di lealtà e trasparenza, valori che prima sono un po’ mancati. Non abbiamo voluto fare una sponsorizzazione ma essendo un’azienda del territorio abbiamo dato comunque un contributo economico. A fari spenti, non per visibilità ma per esclusivo amore di Varese”.

Parliamo della squadra. Ha avuto occasione di vederla e magari parlare con Moretti?
“Ho avuto la possibilità di assistere a circa mezz’ora di allenamento, poi ho anche conosciuto il coach, che mi ha fatto davvero una buona impressione – anche per il suo grande passato – anche se abbiamo scambiato poche parole. Sono rimasto colpito da Daniele Cavaliero, con cui ho parlato una sera. Ho visto un ragazzo serio e con la testa sulle spalle. Lo vedo come leader della squadra: avrà un futuro sicuro anche fuori dal campo. Comunque, non vedo l’ora di vedere tutti sul parquet”.

Quali sono i desideri di Rasizza per la prossima stagione?
“Dal punto di vista sportivo, voglio vincere. Abbiamo bisogno di far vivere alla città di Varese quel sogno che fu di tanti anni fa. Vorremmo che qualcuno si rimettesse un parrucca rossa in testa o si tingesse i capelli. Auspico anche che il pubblico continui a seguire Varese e a tifare la squadra divertendosi. Anche nei momenti peggiori il sostegno della gente non è mai mancato. La speranza è che arrivino tanti momenti buoni. Anche noi come sponsor vogliamo divertirci e festeggiare con tutti. E come azienda, desideriamo fare la nostra schiacciata: poter dire di essere la prima agenzia per il lavoro quotata in borsa”.

Luca Mastrorilli