Ivan Javorcic mantovaSi scrive Mantova ma si legge Spalato. Sebbene infatti tra le due città non ci sia nessun gemellaggio, la connessione (calcisticamente parlando) è evidente: gli ultimi due allenatori virgiliani hanno natali spalatini. Quello attuale, Ivan Javorcic (nella foto a lato, ndr), e quello precedente (ora in testa alla B con il suo Crotone) Ivan Juric. In realtà, nel mezzo ci sarebbe anche un lodigiano, Riccardo Maspero, la cui ridotta permanenza sulla panchina del “Martelli” (poco più di tre mesi e 8 gare di campionato) fa però derubricare la sua esperienza in biancorosso a semplice parentesi.
Ma torniamo ai dalmati di cui sopra, in particolare al secondo, Javorcic, insediatosi il 27 ottobre scorso con un mandato chiarissimo: “Voglio dare un’identità alla squadra. Porto un gioco collettivo fatto di intensità e sacrificio”. Obiettivo raggiunto? Per niente, se consideriamo i 6 punti in 7 gare (contro gli 8 in altrettante uscite di chi lo ha preceduto), la singola vittoria (0-1 a Bassano il 7 novembre) e le 3 sconfitte (su 3) in casa. Un bilancio quasi sovrapponibile a quello di Pala alla Pro Patria, raccolto peraltro in condizioni a ben diverso quoziente di difficoltà. Nulla di strano quindi se il rapporto con la tifoseria locale è passato dal fiducioso all’effervescente con contestazione sottotraccia attesa anche sabato per la sfida ai biancoblu (ore 15, Stadio “Danilo Martelli”).

Le aspettative sotto l’ombrellone erano del resto ben altre. L’organico costruito dal presidente Musso e dal D.S. Pelliccioli avrebbe infatti qualità e profondità per occupare una posizione diversa dall’attuale quartultima. A sorprendere è soprattutto la scarsa incisività offensiva: sole 13 reti realizzate (3 nelle ultime 5 gare) per un attacco che avrebbe dovuto essere (nelle intenzioni) uno dei più esplosivi del girone. Sul piano tattico il Mantova era già passato (con Maspero) dal 3-4-1-2 di partenza ad un più prudente 4-4-2 di arrivo. Con Javorcic il modulo è stato plasmato in un 4-3-1-2 che diventa a tratti (tanto per restare in tema) un classico albero di Natale.
Al netto dei possibili assenti (oltre al Mago Caridi, anche Gonzi, Anastasi e i due ex Dalla Bona e Ruopolo sono a rischio forfait), abbozziamo una formazione più o meno plausibile. Il veronese Bonato in porta; in difesa a destra il veterano (e capitano) Manuel Scalise, a sinistra Sereni, in mezzo Trainotti e l’ex Padova e Modena in B Filippo Carini; sulla mediana (se recuperato), Daniele Dalla Bona, il chiavarese Raggio Garibaldi e Di Santantonio; il ’96 Zammarini dietro all’adattato Foglio e all’altalenante Matteo Momentè (quest’anno solo una rete dopo le 15 con l’AlbinoLeffe il campionato passato) in attacco. Ma, come detto, le scelte sono strettamente legate alle condizioni fisiche di alcuni dei potenziali protagonisti.
I tigrotti non vincono a Mantova dal 12 novembre 2000 (0-3 come secondo di una striscia di 7 successi consecutivi per la formazione allora allenata da Gianfranco Motta). Da lì in avanti solo due pareggi e due sconfitte (l’ultima per 2-0 nel febbraio scorso). Interrompere il digiuno dopo 15 anni? Per la Pro Patria attuale è oggettivamente difficile. Forse molto difficile. Ma non impossibile.

Giovanni Castiglioni