Francesco Viscomi, classe 1991, compirà 24 anni martedì prossimo 22 settembre:?auguri! Un centianio di presenze in Serie D con le maglie di Solbiatese (lo allenava Ernestino Ramella), Vigevano, Verbania, Santhià, Borgomanero (lo allenava Melosi) e Bellinzago. Con il Verbania ha vinto anche il campionato di Eccellenza. Come tutti i bambini, ha iniziato a tirare calci a un pallone da piccolo e a 5 anni era già nella Scuola Calcio della Juve Domo. Como, Pro Patria e Novara le altre squadre che lo hanno formato a livello di Settore Giovanile.
Da bambino sognavi di fare il calciatore? “Come tutti. Correvo dietro alla palla ogni volta che potevo e ho cominciato molto presto con la Juve Domo. La passione e la voglia sono ancora quelle di allora”.
Ce l’hai fatta? “Beh, direi proprio di no, anche se qualche soddisfazione me la sono tolta e l’ho regalata a mio papà che è il mio primo tifoso con mia sorella Valentina. Ha fatto tantissimi sacrifici per me nel portarmi ovunque ad allenarmi e a giocare e, domenica contro la Pro Vigevano, sono stato felice di dedicargli il mio gol”.
Più volte nelle tue interviste hai detto che giocare a Varese è un onore. “E’ vero, perchè Varese è Varese. Non sono frasi fatte, per uno come me che ha giocato al massimo in Serie D poter vestire la maglia di una squadra che ha giocato in Serie A e fino allo scorso anno in B è come coronare un sogno. Vogliamo poi parlare dei nostri tifosi? Di solito si dice che una giocata di Maradona vale il prezzo del biglietto; ecco, io ti dico che per noi giocatori un coro dei tifosi vale il prezzo di una partita”.
Viscomi familyI tifosi sono quindi l’arma in più di questo Varese? “Senza ombra di dubbio. Avere 1000 abbonati, giocare in casa di fronte a 1500-2000 persone è uno stimolo grandissimo. Ti carica di responsabilità, ti fa capire l’onore di indossare questa maglia. A Besozzo, ed eravamo fuori casa, avevamo con noi 1500 persone a tifarci. Napoli, difensore del Verbano che conosco, quando siamo scesi in campo mi ha detto: ‘In casa giocate voi’. Questo è molto importante per un gruppo come il nostro”.
Hai citato il gruppo, è il vero punto di forza del Varese? “Una squadra non potrà mai vincere solo con i nomi. Noi abbiamo in rosa giocatori che per la categoria sono un lusso, ma da soli non farebbero nulla. Il mister, la società e tutto l’ambiente ci ha messo nelle condizioni di diventare subito un vero gruppo unito. Così potremo andare lontano”.
Dove può arrivare questo Varese? “Siamo venuti qui con l’obiettivo di vincere. La società lo ha dichiarato ed è quello che ci ha chiesto. Non è facile, non è mai facile vincere in nessuna categoria, ma ritengo che abbiamo le carte in regola per dare delle soddisfazioni ai nostri tifosi e alla dirigenza”.
Convivi con Angela, con cui sei fidanzato da sei anni, e il frutto del vostro amore si chiama Rebecca??“Ha tredici mesi ed è la gioia più grande della mia vita. In Coppa Italia con il Tradate sono venuti a vedermi ed Angela si è emozionata nel sentire Rebecca che gridava papà quando mi vedeva in campo”.
Cosa farà Viscomi da grande? “Per ora penso a fare quello che più mi piace: tirare calci ad un pallone, con l’obiettivo immediato di portare ‘su’ il Varese. Poi si vedrà”.

Michele Marocco