Siamo nel periodo clou del calciomercato la cui punta dell’iceberg è rappresentata dagli investimenti economici riguardanti acquisti e cessioni di giocatori, oltre alle onnipresenti questioni su diritti televisivi, società in crisi, organizzazione e strutturazione dei campionati.
Sono diversi i fattori che ruotano intorno all’economia del mondo calcistico, pseudostrategie che rappresentano la chiave della sua stessa esistenza, che diventano le fonti cui attingere per reperire fondi necessari in primis, utili alle operazioni “commerciali” e di scambio. Ma, qual è la fonte di questi fondi?

La speculazione dei prezzi d’acquisto ha caratterizzato i primi cinquanta giorni del calciomercato per il riaffacciarsi sulla scena del calcio internazionale di brand  e fondi provenienti dalle “casse estere”. Il caso di Geoffrey Kondogbia, ne rappresenta il perfetto esempio. 40 milioni di euro il prezzo pagato per il passaggio del centrocampista del Monaco all’Inter di Thohir, dopo i vari tira e molla tra la controparte indonesiana “nerazzurra” e il fondo di investimento Doyen Sports, alleato del nuovo azionista rossonero Bee Teachaubol. L’appoggio economico delle due cordate asiatiche si è rivelato fondamentale per il risollevamento della sorte avversa che ha toccato i due club meneghini nell’ultimo lustro, costretti a vendere una parte delle loro azioni ai nuovi ricchi per riemergere da un pantano di debiti e dare nuovo vigore ai club italiani più titolati al mondo.

Il successo della serie A nel continente asiatico, è stata la spinta propulsiva che ha convinto Mr Bee e Thohir a investire sulle milanesi, dando visibilità al proprio marchio. L’ultima tournée in Cina è la prova palese di come la cassa di risonanza dei grandi club italiani e europei sia importante per il successo del merchandising nel continente della new economy.

Non solo fondi di investimento e cordate asiatiche. Tra le nuove forze dell’economia calcistica spiccano anche le piattaforme nazionali e internazionali dedicate al gambling. Nello specifico bwin e 32Red, noti operatori britannici da anni operanti nel mercato italiano del gioco d’azzardo, hanno contribuito in maniera decisa nelle campagne acquisti di Juventus e  Bologna. 40 milioni di euro spesi dalla Vecchia Signora per l’acquisto del giocatore palermitano Paulo Dybala, e non solo. Un’altra buona parte del tesoretto bwin è stato investito per il tridente Zaza-Mandzukic-Khedira. Per la Vecchia Signora il 2015 si chiuderà con un bilancio di 350 milioni di euro, derivati dalle cessioni di Pirlo, Vidal e Tevez, e dalle intelligenti strategie di mercato messe in atto dalla società riguardanti diritti televisivi, la popolarità dei brand Adidas e bwin, e lo Juventus Stadium, fonti di ricchezza per le  casse societarie.

L’impulso alla neopromossa Bologna, deriva dalle forze economiche americane di Saputo e Tacopina, che per la prossima stagione si preparano a presentare una squadra competitiva, in grado di stare al passo col le grandi di serie A. 19 milioni di euro sono stati già spesi per il calciatore colombiano Quintero, grazie all’importante contributo di uno dei partner ufficiali della squadra felsinea, il colosso britannico, operatore di scommesse e piattaforme di casinò, http://www.32red.it. Questo e molti altri operatori si stanno sempre più affacciando al mondo del calcio, non solo in termini si scommesse: instaurano partnership con le tv che dedicano spazio alle trasmissioni sportive, campionati o competizioni europee, o diventano sponsor ufficiali dei club calcistici italiani. Si spera che in un futuro l’interesse per le squadre di serie A e B, si allarghi anche alla Lega Pro e ad altri campionati, che andrebbero scomparendo senza l’aiuto di sponsorizzazioni di questo tipo. Non dobbiamo dimenticare che alcuni dei più grandi calciatori si formano in “queste scuole”. Distribuire le ricchezze in maniera equa, potrebbe rappresentare un fattore di positività e crescita del calcio di casa nostra.

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