Trasferta a Sassari per la Openjobmetis Varese che domenica alle 18:15 se la vedrà contro il Banco di Sardegna, la compagine dell’ex Meo Sacchetti che, dopo tre ko consecutivi, vuole rialzare la testa di fronte al proprio pubblico per puntare al secondo posto in classifica.

«E proprio per questo motivo -afferma Attilio Caja– per noi non è assolutamente il momento migliore per affrontarla, dal momento in cui ha bisogno di recuperare punti dopo le recenti sconfitte per il rush finale di campionato. Non lasciamoci ingannare dal loro momento che li ha portati al quarto posto in classifica; hanno lasciato qualcosa per strada solo perché impegnati in Europa, ma nel mezzo hanno comunque vinto la Coppa Italia contro Milano, bissando il successo dello scorso anno. Sassari è in tutto e per tutto una squadra da Eurolega e per noi sarà una partita estremamente impegnativa che dovremo affrontare con estrema sicurezza facendo attenzione alla loro fisicità e ai loro possessi su entrambi i lati del campo».

Cosa prendere dalla partita di andata?
«Onestamente non credo che si possano fare paragoni. Parliamo di due momenti di stagione completamente diversi oltre che di due squadre estremamente differenti. In particolare Varese, che affrontò quella gara con giocatori come Robinson, Daniel e Diawara (quest’ultimo domenica sarà sostituito da Okoye, ndr), mentre ora si presenterà al Palaserradimigni con altri interpretati, tra cui un Rautins che non sta attraversando uno dei periodi più esaltanti della sua carriera. Sarò onesto: a quattro giornate dalla fine per loro non ci sono più margini di errore se davvero vogliono puntare al secondo posto. Per noi, dunque, si tratta di una gara molto difficile».

Parliamo di singoli. Callahan giocherà?
«Sono fiducioso. Il suo è un dolore che va e viene, ma non gli compromette nessuna funzionalità. Oggi pomeriggio lo valuteremo ma credo che sarà dei nostri. Non so per quanti minuti riuscirà a giocare, ma ci sarà. Okoye? Sono estremamente felice di come ha giocato contro Caserta. Ogni volta che è stato chiamato in causa ha sempre risposto presente. Da qui alla fine cercherò di dare gratificazioni a tutti, anche a coloro che hanno trovato fino a qui poco spazio».

A salvezza acquisita e playoff quasi irraggiungibili, quanto è difficile trovare motivazioni?
«Non possiamo raccontare favole a degli adulti. Conosciamo la nostra condizione e l’unica cosa che posso dir loro è che dobbiamo fare il massimo per onorare la maglia. In allenamento l’intensità è rimasta la stessa; questo fatto mi dà fiducia».

Marco Gandini