Gruppo di famiglia in un interno per il clan biancoblu che nel post-partita si stringe intorno all’ormai uscente patron Vavassori. “E’ la fine di un ciclo”, il titolo regalato dal numero uno tigrotto ad una platea composta in gran parte dai suoi giocatori. Già perchè la parabola triennale dell’imprenditore bergamasco si chiude con un bilancio in attivo (“avevo tre obiettivi: la salvezza al primo anno, la promozione prima della Lega Pro unica e la valorizzazione del Settore Giovanile. Penso di averli centrati tutti.”), e un podio di ringraziamenti al vetriolo. Nel personalissimo pantheon vavassoriano finiscono il sindaco Farioli (“non ha mantenuto le promesse fatte”), parte della stampa locale “che mi ha dipinto per quello che non sono”, e i vertici della tifoseria, rei di aver mandato all’aria, con lo sciopero di gennaio, “una trattativa di cessione ormai praticamente definita”. In realtà, allo stato, di trattativa ce ne sarebbe un’altra, ma le probabilità di successo sono avvolte nel mistero anche perchè “a Busto pensano di aspettare l’ultimo minuto e prendersi la Pro Patria per 300.000 euro: illusi”. Insomma, qualche giorno e sapremo, anche se la sensazione (più volte ribadita su queste colonne) è che alla fine il passaggio di consegne ci sarà con Vavassori, forse, ancora coinvolto in qualità di sponsor: “Se il progetto è serio, garantisco un appoggio per il doppio di quanto la città mi ha dato in quest’ultimo anno” (mal contati, significherebbe 120.000 euro circa all’anno). E se il congedo è “Lunga vita alla Pro Patria”, forse gli indizi non ci portano lontano.

20140504_170457Tornando al match, mister Colombo ringrazia i suoi con annessa investitura agli avversari: “Siamo stati sul pezzo fino alla fine contro la squadra più organizzata del campionato”. Mica male per un manipolo di belle speranze che ha permesso anche a chi stava in panchina di mettersi in vetrina: “Vorrei mentire sul mio futuro come fanno molti del mestiere dicendo che non c’è nulla di fatto, e invece hanno già firmato. Purtroppo, per quanto mi riguarda, è la verità. Anzi, se volete girare il mio numero a qualcuno…”. Come dire che la pubblicità è l’anima del commercio. La stessa di cui, probabilmente non ha bisogno Spanò, oggi addirittura a segno: “Il segreto è sempre la testa. Certo c’è un po’ di rammarico perchè volevamo chiudere diversamente”.

Il sorriso però non manca. Neppure a Taino che si appella alla malasorte: “Siamo andati a mille. E’ mancata un po’ di fortuna”. Quella di cui ha sempre goduto mister Rastelli nelle sue visite allo “Speroni”: “Abbiamo chiuso la stagione in crescendo ma ai playoff con la FeralpiSalò sarà durissima”. Per l’Alto Adige il futuro è ancora, a breve sul campo. Per la Pro Patria si vedrà.

LA PARTITA

Giovanni Castiglioni