Ulisse Raza è il nuovo allenatore del Tradate. Il novarese classe ’66 torna in provincia di Varese dopo alcuni anni e lo fa prendendo il posto di Piero Castiglioni, passato al Mozzate. È bastata una chiamata da parte del presidente Tramontana e del direttore sportivo Amato perché Raza accettasse la panchina del Tradate; per lui nessun dubbio.
“Amato è stato un mio compagno di squadra e con il presidente Tramontana ho un rapporto di profonda stima e amicizia. Ci siamo sempre mantenuti in contatto e abbiamo organizzato anche qualche amichevole tra il Tradate e il Copreno, la mia ultima formazione. Quando mi hanno contattato un mesetto fa e mi hanno proposto la panchina del Tradate mi ha fatto molto piacere”.
Una nuova avventura, dunque. Come si sente?
“Sono entusiasta dell’opportunità che mi è stata data. Era alcuni anni che speravo di andare in una piazza importante come Tradate e, ora che ci sono, sono prontissimo. Spero di fare bene”.
Qual è il suo obiettivo? E quali sono gli obiettivi che la società le ha posto?
“I due traguardi combaciano perfettamente: verificheremo le nostre ambizioni cammin facendo, ma vogliamo dare fastidio a tutti. Il nostro desiderio è aprire un ciclo vincente e continuare sul solco delle annate positive fin qui disputate”.
Che squadra sta nascendo?
“Insieme alla dirigenza abbiamo confermato l’80% circa del gruppo della passata stagione. Ho potuto vedere che i ragazzi sono uniti, la squadra è molto coesa e credo che questo sia il presupposto essenziale per arrivare a dei buoni risultati. Alla rosa che già abbiamo stiamo aggiungendo dei giovani di qualità, soprattutto nel reparto difensivo e in quello di centrocampo”.
Come è iniziata la sua carriera di allenatore?
“Il 1997 è stato il mio ultimo anno da calciatore; ero alla Solbiatese, in C2, e durante la stagione ho seguito il corso per allenatore. L’anno dopo è arrivata la mia prima panchina, quella del Mariano Comense, società con la quale ho fatto tutta la trafila con i ragazzi. È stata una grande soddisfazione e ho un bel ricordo di quell’esperienza. A 38 anni, dopo aver vinto il campionato di Seconda Categoria a Cislago, sono diventano il mister della prima squadra nell’annata successiva. Poi, ho allenato altre compagini come la Guanzatese, la Lentatese, la Castellanzese, il Copreno, tutte tra Promozione e Prima Categoria”.
Quali sono le sue doti di allenatore?
“Cerco sempre di trasmettere ai ragazzi le mie esperienze di allenatore e, come tutti, a volte ci riesco, altre meno. Dedico anima e corpo alla squadra e do l’esempio in prima persona. Penso che contino più le motivazioni, la voglia e l’entusiasmo piuttosto che i moduli e gli schemi. Senza questi tre elementi per me essenziali non si può arrivare in alto. Dal punto di vista tattico, non sono fissato con un modulo, ma mi adatto ai giocatori che ho; e così farò anche a Tradate”.
Varese_89-90Prima di essere allenatore è stato anche giocatore. E, tra le sue squadre, c’è stato anche il Varese. Che ricordi ha di quel periodo?
“A Varese ho trascorso 4 anni davvero stupendi. Nella stagione ‘89/’90 (in foto a destra) eravamo partiti per salvarci e, invece, siamo stati protagonisti di una cavalcata trionfale fino alla promozione in C1. Eravamo un gruppo fantastico e il nostro mister era l’indimenticato Peo Maroso. Tra gli altri, un mio compagno di squadra era anche Lele Ambrosetti, attuale direttore sportivo del Varese”.
In che rapporti è con Ambrosetti attualmente?
“È una persona molto preparata e umile. Non è un chiacchierone come ce ne sono tanti nel mondo del calcio e non è un caso che ora ricopra quell’importante carica al Varese. Sono sicuro che in biancorosso farà molto bene e mi riprometto di venire al “Franco Ossola” a vedere qualche partita. E credo che non sia impossibile vedere Tradate e Varese giocare insieme un’amichevole o anche più di una”.

Laura Paganini