Quella di sabato contro il Padova sarà una sfida molto particolare per Trevor Trevisan, difensore arrivato a Varese a gennaio proprio dal club biancoscudato dove ha giocato per cinque stagioni. Con la maglia della sua città, anche se è nato a Cassino, in provincia di Frosinone, il 21 dicembre 1983, ha collezionato 121 presenze totalizzando 7 gol. L’ultimo quest’anno, in cui ha giocato solo 5 partite fino a gennaio, il gol della bandiera contro il Modena finita 3-1 per i canarini. «Non lo nego – ammette -. Sento molto
questa sfida perché ho passato lì cinque anni e perché ci vivo.
Fino a due mesi fa ero lì a soffrire con loro. Ho cambiato casacca ma quei colori li vestirò sempre perché fanno parte di me». Per il centrale non sono stati facili gli ultimi mesi trascorsi a Padova, in cui ha avuto una vera e propria rottura con la società: «Ho vissuto un momento difficile e delicato fino alla mattina prima di arrivare i qui. I presupposti a inizio stagione erano quelli di disputare un campionato di vertice, o almeno di avere una salvezza tranquilla. Fin dalle prime giornate la situazione è stata difficile anche mentalmente e mi dispiace che non ne siano ancora usciti. La squadra è forte: ha giocatori che vantano tra le duecento e le trecento presenze tra i professionisti e tra di loro c’è anche chi ha giocato in Serie A. Le qualità per tirarsi fuori dalla loro brutta situazione le hanno, ma sappiamo che nel calcio non c’è nulla di scontato».
Approdato al Varese, Trevor ha giocato 4 partite (una l’ha saltata per squalifica) e realizzato un gol a Pescara. Il difensore centrale è sempre stato impiegato come esterno di sinistra: «Ho fatto altre volte il terzino ma sempre per sopperire a mancanze di compagni infortunati o squalificati. Per me è importante essere utile e a disposizione indipendentemente dalla posizione in campo. Il gol? Ai difensori non capita spesso e sono contento. Penso sia stato un bel biglietto da visita per me. Sono arrivato per dare una mano e penso che tutti insieme possiamo ancora far meglio».
Cosa deve temere di più il Varese nella sfida contro il Padova? «La voglia di rivincita che hanno gli avversari – risponde -. Da qui in poi sono partite delicatissime per tutti, tre punti, o anche solo uno, iniziando ad essere fondamentali e per loro valgono una stagione. Hanno voglia e grinta e noi non dobbiamo sottovalutarli». La sfida d’andata, finita con la vittoria in rimonta dei padovani per 3-2, è stata una bella lezione sotto questo punto di vista. In quell’occasione Trevisan si trovava dall’altra parte del campo: «La partita è iniziata subito in salita per noi del Padova che poi siamo stati bravi nel recuperare. In quel momento, con quel successo contro una squadra difficile da affrontare come il Varese, abbiamo pensato potesse essere la svolta per la nostra stagione, invece non lo è stato, sono iniziati altri tipi di problemi e le cose hanno continuato ad andare male. Adesso mi ritrovo da quest’altra parte e dico che il Varese deve dimenticare il risultato di Terni, ma non la prestazione. Il gioco a tratti è stato bello, ci è mancato il gol, dobbiamo ritrovarlo». Sul percorso della squadra dice: «Dal punto di vista del gioco c’è poco da recriminare, a Terni si poteva fare meglio, magari passare in vantaggio nel primo tempo, se fossimo stati più cinici e altruisti davanti alla porta. C’è rammarico per la sconfitta ma siamo sulla strada giusta, intrapresa dalla partita in casa contro il Latina, coincisa con il mio esordio. Abbiamo intrapreso un percorso di crescita, giocando con impegno i risultati arriveranno».
Come ti trovi a Varese? «Sono arrivato da poco e vivo ancora in albergo. Devo ancora ambientarmi. In generale mi piace uscire, andare al cinema, ma adesso lo faccio poco perché a Padova avevo la mia ragazza, tanti amici anche al di fuori del calcio e adesso devo un po’ reinventarmi tutto, ma nel complesso mi trovo molto bene. Sono sereno».

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Elisa Cascioli