Varese suona la nona. Una sinfonia meravigliosa, resa epica dalle condizioni metereologiche degne della miglior battaglia cinematografica. Acqua, vento e quel sottile filo di equilibrio spazzato via in una bellissima prima serata. Un derby avvincente, gagliardo, reso ancor più importante dalla sconfitta subita nel faccia a faccia dell’andata. Era fondamentale vincere per non lasciare nulla al caso a sette giorni dalla sfida del Levi con la Union. Era fondamentale per cancellare l’onta subita a Giubiano, perché Tradate ha dimostrato una volta di più di essere squadra vera e organizzata. Quattro incursioni e l’Uslenghi è conquistato. Al 18’ la pressione insistita si tramuta in una meta tecnica trasformata da De Martino che si ripete alla mezz’ora con una punizione delle sue. A pochi secondi dal termine del primo tempo, Stefano Sessarego, ancora lui, firma il vantaggio che sarà determinante. Nella ripresa la squadra di Pella e Galante batte altri due colpi con Bobbato al 48’ e con Contardi (è sua la seconda meta non di Bobbato), immenso, decisivo come spesso capita. E pensare che l’ottimo Tradate a cui siamo ormai abituati, era riuscito a confezionare il primo vantaggio al 4’ con Clerici, risvegliando qualche fantasma sopito nel quindici ospite. Quella paura di uscire ancora sconfitti è sembrata  concretizzarsi quando la determinazione dei muccaleoni trova le mani e l’imbucata centrale di Bollini per il 10-7 al 28’. Il clima avverso, i due gialli, uno a Bianchi, l’altro a Bobbato, non possono e non devono rovinare un’atmosfera meravigliosa in campo e fuori. Un derby è un derby, ma l’amicizia e il rispetto superano di gran lunga anche le rivalità sportive più accese. Giusto cosi. Vince Varese che rimane a -6 da Milano. Esce sconfitta ma a testa alta Tradate che rimane in quinta posizione. A fine partita riecheggiano prepotenti le parole di Mario Galante: “Non molleremo nulla fino alla fine”. Sugli ottanta minuti questo il commento del tecnico varesino:” E’ stata una partita tesa, inizialmente non abbiamo rispettato le indicazioni a livello tattico e Tradate ne ha saputo approfittare. Quando ci siamo ricompattati abbiamo rimesso il match sul binario giusto. Siamo contenti, Tradate ha confermato di essere una squadra ostica che gioca un buon rugby e sa far male”. Sponda Reflex capitan Francesco Riva è soddisfatto e orgoglioso del lavoro dei suoi compagni:” Buona partita, abbiamo giocato bene nel primo tempo, Clerici e Bollini hanno segnato due mete davvero belle. Crediamo di poter ottenere altri risultati e di poter migliorare da qui alla fine del campionato. La stagione dice che possiamo giocarcela con tutti e l’obiettivo è accorciare in classifica sulle prime”. Nello spirito di questo sport vanno sottolineate le parole di stima per Varese:” Varese ha meritato di vincere, complimenti a loro”.

Al Comunale niente da fare per gli Unni che si arrendono ad l’ottimo Voghera che conferma il buon momento di forma di questo girone di ritorno. La squadra di Cattaneo e Rossi reagisce con veemenza al vantaggio ospite firmato dal piazzato del solito Serra. Di Muro è in giornata super realizzando le due mete non realizzate che chiudono il primo tempo sul massimo vantaggio Valcuvia. Nella ripresa i padroni di casa lasciano il pallino del gioco a Voghera che ringrazia e segna tre mete con Serra e due volte con De Marco. Nel finale di partita serve solo a strappare il punto bonus la meta di Alberto Rossi che chiude il faccia a faccia sul 22-15 e consegna agli Unni un pomeriggio da dimenticare. Da segnalare gli impieghi a partita in corso dei due Rosafanti Valbonesi e Biafora che saranno impegnati nel campionato amatoriale con la squadra di Cassani e Bettinelli contro l’Oleggio la prossima domenica. Valcuvia dovrà tirare le somme e prepararsi al meglio per la trasferta sul campo dei cadetti del Cernusco. Li non saranno ammessi passi falsi e cali di concentrazione. Vincere, vincere bene per rilanciarsi immediatamente.

A Parabiago è il giorno dei saluti e degli abbracci a Mauro Corbacella che lascia il rugby giocato dopo cinquanta minuti sul terreno di gioco. Il tecnico rossoblù gioca una buona partita che carica tutto il Parabiago che chiude avanti il primo tempo  15-8 con Malpensa. La prima meta dei padroni di casa parte proprio da una buona giocata al piede di Corbacella. La pressione costringe le Fenici a perdere l’ovale e lasciare scoperto il fianco al primo vantaggio di Parabiago. Malpensa subisce l’avvio veemente degli avversari capitolando nuovamente sull’incursione centrale dei Galletti che questa volta trasformano la meta e scapano sul 12-0. Capitan Casnaghi prova a dare la scossa con un’azione personale che consente a Malpensa di accorciare sul 12-5. Nel finale di tempo un piazzato per parte. Prima Cassia, da posizione quasi impossibile visto il vento contrario, dall’altra parte l’ex di turno Baxiu. Si va al riposo sul 15-8. Nella ripresa la squadra di Moro e Brega alza i ritmi perché perdere non è un’opzione da valutare. Il gioco diventa più fluido, Parabiago cala e gli spazi si aprono. Show time al Venegoni con Cassia, ancora Casnaghi, Mandelli, Bandera e Manzillo che allargano la forbice e consentono agli ospiti di tornare al successo, convincendo sotto molti punti di vista. Confortanti i rientri a partita in corso dei vari Alcaro, Baccalini e Brusini. Prestazione superlativa di capitan Casnaghi ma la differenza la fa il collettivo che al massimo delle energie fisiche e mentali può dire la sua ogni week end da qui al termine del torneo. Nel prossimo turno si torna a Gallarate e l’avversario sarà Rozzano. Possibili i rientri anche di Vitale e Pennestrì per un organico tornato al completo e sempre più competitivo. A fine partita i riflettori sono per l’uomo che vive di rugby. Mauro Corbacella, emozionato e felice ringrazia tutti coloro che hanno reso possibile la sua crescita sportiva e che gli hanno regalato l’emozione di lasciare il rugby con un’altra partita ad alti livelli. Un lungo elenco di persone che hanno saputo fare la differenza nella vita di Mauro che si congeda con un messaggio positivo e importante per tutti coloro che con il sacrificio riescono a farcela. “E’ un onore allenare questa squadra e dare il mio contributo in questa stagione complicata che si è rivelata come la scalata dell’Everest. Ma non bisogna disperare, in alto ci si arriva, basta avere pazienza e tanta forza. La strada diventerà meno ripida prima o poi”. Un messaggio importante, vero più di ogni altra cosa. La vita non regala nulla e seppur regalata non avrebbe mai lo stesso sapore di chi, arrivato in cima, potrà guardarsi indietro e dire ce l’ho fatta con tenacia e rinunce. Come una meta dopo una corsa infinita nel fango. Il rugby è anche questo.

Giuseppe Lippiello