Olimpiadi di Sochi uguale record di ascolti. Sky Tv e Cielo hanno raggiunto numeri record tenendo incollati allo schermo milioni di spettatori (6,2 nella giornata finale) grazie alle innumerevoli dirette, a differenza della televisione pubblica che non si è accaparrata i diritti e dunque ha dedicato all’evento pochissimo spazio. Il mosaico, i tanti canali, la regia, i pareri degli esperti e i commenti sui social hanno permesso di seguire l’evento, a chi ha potuto, come non era mai stato fatto.
Per l’hockey, Sky si è affidato a Luca Orrigoni, varesino ex attaccante dei Mastini, squadra con la quale ha vinto i due scudetti (1987 e 1989) e la Federation Cup, nel ruolo di opinionista di punta. “Commento le partite da oramai 20 anni – ci racconta –. Lavoro con Sky e in passato ho lavorato con Telepiù. Ho commentato i Mondiali e anche le Olimpiadi di Vancouver. Inoltre seguo il campionato americano. Quella di quest’anno è stata un’esperienza bella ed interessante perché gli studi, le dirette e le tavole rotonde alle quali ho partecipato hanno aggiunto qualcosa di diverso. Non ho fatto il semplice commentatore, ma piuttosto l’opinionista venendo a stretto contatto con la gente a casa attraverso le chat e i twitter. Sono stato molto più attivo”.
Capitolo hockey: c’è stato il doppio trionfo canadese, oro sia nel maschile che nel femminile: “Le Olimpiadi sono il più alto livello in assoluto di un torneo di nazionali – spiega Orrigoni -. I mondiali si giocano tutti gli anni ma non ci vanno i giocatori migliori perché ad aprile il campionato americano non ancora finito. Le Olimpiadi sono la massima espressione di questo sport. Nell’hockey femminile è guerra da sempre tra Canada e Stati Uniti. Le prime hanno vinto le ultime quattro olimpiadi, le statunitensi gli ultimi quattro mondiali. È stata la sfida più emozionante del torneo che è terminata all’over time. In campo maschile i canadesi sono nettamente i più forti. Dopo di loro vengono gli americani e purtroppo il tabellone li ha fatti incontrare in semifinale. Qui la partita più emozionante è stata Stati Uniti-Russia: 2-2 ai supplementare e vittoria a stelle e strisce ai rigori con un giocatore americano che è divenuto l’eroe nazionale per aver segnato 4 rigori su 6. È stata una partita epica finita in prima pagina su tutti i giornali d’America. Ha ricordato l’Olimpiade del 1980 quando prima volta nella storia gli Stati Uniti hanno battuto una fortissima Russia, squadra di militari che si allenavano duramente tutti i giorni, con una squadra composta da studenti universitari”.
In tutto questo, dove si colloca l’Italia? “La nostra nazionale balla tra il gruppo A e gruppo B e è andata vicina alla qualificazione, sfumata in Germania contro l’Austria per un gol di differenza reti. L’hockey italiano non è di quei livelli”. Otto medaglie azzurre e nessun oro… “Otto medaglie direi che sono un discreto bottino, ma per una nazione come la nostra non è stato bello non vincere neanche un oro. Mi ha emozionato la Kostner e commoso Innerhofer. La Fontana è stata super, ma pesano quelle 8 medaglie di legno – conclude -. Direi un’Olimpiade senza infamia e senza lode. Alla prossima”.

Elisa Cascioli