santambrogio roburMentre Legnano è l’unica squadra già in semifinale playoff forte del 2-0 su Pordenone nei quarti, siamo andati a intervistare Marco Santambrogio, play gialloblu che ha terminato la sua terza stagione in maglia Robur, seconda consecutiva. Marco, le cifre parlano di 9 punti a gara, il 49% da 2, il 38% da 3 e 2 assist a gara.

Come valuti la stagione appena conclusa?
“Penso si debba partire dal primo dato assolutamente lampante. Questa DNB è stato di un livello molto più alto di quella dell’anno scorso – analizza il play di Avigno – L’anno scorso Legnano era forte, era la netta favorita; quest’anno non saprei dire altrettanto. Montichiari, Treviso, la stessa Legnano, Orzinuovi sono tutte lì. Tra l’altro proprio Orzinuovi ha rischiato di andar subito a casa con San Giorgio (serie ora sull’1-1, ma con gli altomilanesi vincenti alla prima, ndr). Poi, nel nostro caso specifico va detto che quando le cose van male, farle andar bene è molto difficile”.

A tuo parere c’è una possibile spiegazione?
“Non saprei anche perchè noi ci siamo sempre dannati l’anima in allenamento. Quando ti alleni forte e poi continui a perdere è demotivante. Poi, il lunedì ti ritrovi ad allenamento e diventa dura. Confesso che in spogliatoio ci siam guardati spesso pensando che se non ci fosse stata Spilimbergo, la retrocessione sarebbe toccata a noi”.

Anche gli infortuni han avuto la loro parte…
“Sopratutto quello di Castelletta – afferma Santambrogio – ma più o meno tutti siamo rimasti fermi almeno un paio di settimane durante l’anno. I giovani sono stati bravi a dare una mano, ma se una gerarchia non c’è anche loro faticano a dare il loro apporto. A mio parere anche l’alternanza dei giovani tra prima squadra e giovanili ha inciso. Mi spiego meglio: ad esempio, Moalli si allenava con noi una settimana, giocava la domenica e poi non lo vedevamo più per un mese. Anche la mancanza di continuità incide”.

Avete pagato tanto anche nel settore lunghi.

“Come detto, in un campionato così tosto e fisico questo ha inciso ancora di più. Spesso Martino Rovera ha dovuto giocare da pivot, suo fratello Filippo da ala forte…Insomma tra Castelletta fuori per la stagione a dicembre, Lenotti che è rimasto fuori quasi due mesi e Mariani che ha avuto vari problemi nel corso dell’anno e poi ha saltato la fase a orologio direi che la sfortuna ci ha bersagliato anche troppo”.

Parlaci del “tuo” minibasket.
“Ho iniziato quasi per gioco grazie a Martino Rovera che allena da dieci anni e ci parlava sempre dei suoi bimbi. Ho pensato che il basket finora mi ha dato tanto e volevo dare qualcosa anch’io a questo magnifico sport e così ho iniziato a dargli una mano. Dopo un mese me ne sono innamorato e mi piace veramente tanto. Sono così entusiasta che sono contento di poter continuare! Allenare i grandi? Ora preferisco cento volte il minibasket”.

Il futuro?
“Non ho ancora parlato con nessuno, ma è ovvio che desidero restare in gialloblu. Immagino che finchè non verrà scelto l’allenatore, non si saprà nulla riguardo alla composizione della Robur che verrà”.

 

Matteo Gallo