“Ma non è una cosa seria”. Se siete amanti delle perifrasi cascate male, perchè la formula scelta da patron Vavassori per bollare la (presunta?) trattativa con la cordata rappresentata dall’avvocato Golda Perini è tutto fuorché un giro di parole. E la proposta scritta inviata negli ultimi giorni? “Mai arrivata!”. Insomma, il possibile passaggio di consegne sarebbe poco più di una montatura giornalistica. “Sotto il vestito niente”, l’ulteriore carico sganciato dal numero uno tigrotto passando con disinvoltura da Luigi Pirandello a Carlo Vanzina. Il futuro della Pro Patria è appeso al filo di speranza che da qui alla deadline del 25 aprile possa succedere quello che non è successo in tre anni. “Non intendo continuare ad investire in una piazza che non mi ama e non mi garantisce un minimo supporto economico”. La bordata investe istituzioni ed imprenditoria locale, sorde al richiamo di un patrimonio della città. L’uscita di Vavassori servirebbe a disincantare un ambiente a suo dire illuso dalla possibilità che, alla fine, la vicenda possa comunque avere un esito positivo. Tutto questo al termine di un pomeriggio al miele per i biancoblu, capaci, per una volta, di capitalizzare al meglio quanto creato. “E’ un segno di maturità della squadra”, l’analisi di mister Colombo cui brillano gli occhi per l’ennesima prestazione tosta allo “Speroni”. “Non mi aspettavo una Feralpi così guardinga, ma abbiamo interpretato bene la gara”. Decisivo l’inserimento di Giorno per Mella? “Avevo intuito ci fosse uno spazio tra le linee e l’abbiamo sfruttato”. Quart’ultimo posto raggiunto da difendere a Pavia, trasferta che già popola le fantasie del tecnico brianzolo: “Sono preoccupato, di solito quelle sono le sfide che soffriamo di più”.
Chi invece si gode la giornata senza tante menate è Serafini che, tanto per non perdere il vizio, ha messo dentro la rete decisiva: “Da buon bresciano non potevo che segnare contro il Salò”. D’accordo, ma quando un compagno di reparto riuscirà a fare altrettanto? “E’ quasi una condanna ma devo fare i complimenti ai ragazzi che si stanno guadagnando il rispetto degli avversari e la considerazione in vista del futuro prossimo”. E qui scatta il vaticinio per le parole che di lì a poco avrebbe speso il patron. E’ il turno dell’ex Beppe Scienza che si porta a casa la sconfitta senza fare una piega: “Non posso dire niente a miei. Forse abbiamo creato di più quando li abbiamo aspettati, poi quando nella ripresa abbiamo provato a fare la partita, ci hanno castigato”. Come dire che il buon vecchio calcio all’italiana non tradisce mai. Così come il tandem Andreoni/Siega, in coppia in sala stampa ad immagine della chiusura in crescendo della squadra. “Avevo bisogno di fiducia. Quando è arrivata, è salito anche il rendimento”, la fotografia del terzino destro, confortata dalle parole dell’ala tigrotta: “C’è voluta metà stagione, ma adesso si vede il vero Siega”. Una perfetta pagina da Mulino Bianco. Già, se non fosse per il monito di Vavassori. Il countdown per la salvezza della Pro Patria prosegue inesorabile.

LA PARTITA  

Giovanni Castiglioni