E’ uno dei “Fantastici ’94”. Esagerato? Probabilmente sì, ma Gianmarco Gabbianelli, così come i coscritti Spanò e De Biasi (ma in rosa ci sono anche i pari età Guglielmotti e Zaro) da qualche settimana è entrato a far parte del club degli indispensabili. “All’inizio è stata dura ambientarsi, non tanto per il gruppo, quanto per la categoria – ci racconta Gabbianelli -. Poi, da quando ho avuto la possibilità di giocare con continuità, sono arrivate anche le prestazioni”. Una crescita, quella personale, che si lega a filo doppio a quella della squadra, letteralmente decollata da gennaio: “Probabilmente abbiamo un po’ meno pressione e le cose vengono più facili”. Una Pro Patria in blue-jeans che ha però tanta strada davanti: Dobbiamo migliorare parecchio. Io, in particolare, devo farmi ancora il fisico per poter reggere con il calcio dei “grandi”. Centrocampista di lotta e di governo, il fanese avrebbe un modello fatto e finito in Giampaolo Calzi che, qualche metro più in là, eccepisce sulla vetrina mediatica offerta al pischello. E invece? “Il mio punto di riferimento è sempre stato Wesley Sneijder. D’altra parte nasco mezzala e in Primavera giocavo trequartista”. E qui è galeotta l’esperienza nerazzurra visto che proprio l’Inter è stata l’ultima di tre tappe a livello giovanile (le prime due, Scuola Calcio Sant’Orso nella sua Fano e Rimini). In estate poi il destino sembrava portarlo al Monza prima che la tigre ci mettesse gli artigli.
Intanto sul campo di Pero (scelto per preservare lo “Speroni” ancora zuppo di pioggia), sono proseguiti i provini alla ricerca della controfigura di Serafini (squalificato) in vista del match di domenica con il Vicenza. Il casting ha previsto le audizioni di Moscati, Chiodini e Giorno con, a naso, percentuali da ripartire in 50/30/20. Il più rodato sarebbe l’ultimo, ma le sue caratteristiche, portano (forse) a preferirgli il “Chiodo” (che non ha mai giocato) e l’ex Livorno (che negli ultimi due mesi ha visto quasi solo panca salvo due camei per 25′). Non dovrebbero esserci invece dubbi sul modulo: 4-4-2 come a Reggio. Lavoro a parte per Siega (ma il suo sorriso all’ingresso degli spogliatoi porta ad escludere ipotesi sinistre) e nuovo stop per Polverini, la cui ricaduta muscolare lo terrà out per almeno un altro mese. E siccome Busto è ormai da tempo terra di paradossi, la società sarebbe sulle tracce di qualche senatore svincolato onde puntellare l’età media scesa ai minimi termini (con contributi messi a rischio). L’ancora teenager Gabbianelli (i vent’anni arriveranno il 20 maggio) si fa una risata: “Sembra incredibile, ma siamo diventati troppo giovani”. Eh già, questa non è una Pro Patria per vecchi.

Giovanni Castiglioni