Con la scadenza del 15 luglio ad incombere sempre più minacciosa, in casa Pro Patria l’unica certezza è, in fondo, quella di sempre: il destino tigrotto è ancora tutto nelle mani (e nelle finanze) di Pietro Vavassori. Al momento, infatti, il pissi pissi bustocco ha ridotto ad un paio le trattative (o manifestazioni di interesse) ancora in gioco. Romagnoli vs Italo-Svizzeri, con probabilità di definizione entro martedì alle 19 (termine ultimo per la presentazione della fidejussione) oggettivamente ridotte.

Quindi, 95 anni di storia destinati a finire nella polvere? La logica sarebbe per il sì, ma l’istinto (e forse anche il portafogli) lascia aperto uno spiraglio. Che il patron abbia un certo gusto malcelato per il colpo di teatro è cosa nota: proprio un anno fa di questi tempi, dopo l’annunciato addio, comunicava il ripensamento maturato al termine di una notte punteggiata da una catartica passeggiata sul lungolago di Lugano. Ovviamente, in questo caso, la svolta melodrammatica sarebbe solo una parentesi visto che l’approdo alla Reggiana (dopo Mignanelli, Andreoni, De Biasi e Sala anche Siega, Bruccini e, forse, Giannone, sembrano essere lungo la via Emilia), è cosa certa. Prima del matrimonio granata, va però formalizzata la separazione biancoblu con la non così remota possibilità che gli alimenti all’ex coniuge possano vestire i panni di una fidejussione da 600.000 euro. E a proposito di vecchie fiamme, il “tana libera tutti” ha visto il congedo di Giampaolo Calzi che ha ceduto alle lusinghe del Vicenza (peraltro datate gennaio) dopo aver atteso cenni positivi da via Cà Bianca. Un ulteriore indizio che l’eventuale ricostruzione dovrà ripartire (quasi) da zero. Poche ore alla soluzione del giallo: non resta che mettersi comodi e gustarsi il finale.

Giovanni Castiglioni