“Un capitano, c’è solo un capitano”. I tifosi del “Franco Ossola” l’hanno sempre saputo  e non hanno mai digerito il fatto che la loro fonte di ispirazione, colui che è stato uno degli artefici delle glorie recenti del Varese e che veste la maglia biancorossa da cinque anni a questa parte,potesse essere rilegato in panchina. Per il classe ’79 quella di quest’anno non è stata una stagione facile. Alcune scelte tecniche evidentemente sono dipese da una sua non perfetta forma, ma è bastato poco per farlo tornare a danzare il campo. Dategli Masnago di sera, mettetelo di fronte all’ostico Empoli secondo in classifica, ridategli il 4-4-2 e vi farà vedere che è acora il Neto che tutto conoscono. E’ stato così per Leonidas che ha illuminato la notte biancorossa. È vero, non ha trovato il gol ma è stato capace di creare pericoli, di inventarsi tocchi e di ispirare il gioco offensivo. Il Neto che tutti conosciamo non è dunque perduto, esiste ancora. Forse andava solo stimolato e adesso che si è ritrovato deve essere lui a cercare gli stimoli giusti.
«Contro l’Empoli non ho giocato da solo – dice -. Tutta la squadra ha disputato un’ottima partita a livello fisico. Sapevamo di affrontare una grande squadra e siamo scesi in campo dall’inizio con carattere e giusta mentalità». Partire molto spesso dalla panchina e giocare sottotono non è stato facile per lui e ripartire titolare dopo un lunghissimo tempo «Non nego che è stato un po’ emozionante per me. Ho ritrovato un entusiasmo particolare. Era tantissimo che non giocavo dal primo minuto e avevo voglia di mettermi in mostra perché mi sono sempre allenato bene. Ritornare a calcare il campo di Masnago, inoltre, è stata una grandissima emozione che non ero più abituato a percepire. Il Franco Ossola ci ha sostenuto e noi abbiamo creduto in noi stessi. Le ultime prestazioni – aggiunge – hanno fatto in modo che i tifosi non fossero contenti, ma questo gruppo può fare cose importanti. Dentro di noi lo sappiamo e speriamo che la partita contro l’Empoli sia la svolta, però – precisa – è meglio non pensare ai playoff. Piuttosto iniziamo a pensare alla gara contro il Palermo e poi a quella successiva. Solo poi alzeremo la testa e vedremo dove siamo arrivati. In classifica non guardiamo né davanti né dietro. Questo campionato ha dimostrato che può succedere di tutto». Il momento “no” dell’attaccante è coinciso con il 4-3-3 di Gautieri, modulo non propriamente adatto per lui: «A Varese ho sempre giocato con il 4-4-2 e mi viene più naturale anche se devo dire che con Gautieri ho imparato tante cose nuove riguardo ai movimenti». Su Sottili aggiunge: «E’ tornato con tanta voglia in più. Vuole dimostrare che è capace e preparato per questa categoria». Che indicazioni ha dato al brasiliano per la partita? «Mi ha chiesto di stare più basso rispetto a Bjelanovic quando gli avversari avevano la palla per limitare la giocata di Valdifiori». Per sua sfortuna la prestazione del brasiliano non è stata impreziosita dal gol, soltanto per la bravura del portiere sul suo colpo di testa: «Gli faccio i complimenti per la bella parata» dice Neto che è dovuto uscire dal campo anzitempo per un risentimento all’adduttore sinistro.
Stamattina, mentre la squadra si è allenata allo stadio con una seduta di scarico per chi è sceso in campo ieri, il capitano è rimasto precauzionalmente a riposo e domani si sottoporrà ad un ecografia per valutare meglio la situazione. Dunque l’attaccante è in dubbio per sabato, quando a Masnago arriverà il Palermo, mentre torneranno disponibili dopo la squalifica Laverone e Trevisan. Saranno ancora out invece Bastianoni (otite) e Cristiano (pubalgia e in permesso speciale per la nascita della primogenita Matilde).

Elisa Cascioli