Con quella faccia un po’ così di chi ha perso la seconda in fila, Aldo Monza si presenta in sala stampa scortato dal DS (e vice in pectore) Fabio Tricarico. L’arringa difensiva non fa però breccia in una giuria ormai avvezza alle attenuanti generiche. Peraltro già concesse a noia anche alla gestione oliveriana. “Oggi abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione della fragilità della squadra. Nel primo tempo avevamo tenuto bene. Poi, alla prima difficoltà, ci siamo sciolti”. Se la chiave psicologica presenta una dose di empirismo, quella tattica merita un’approfondita analisi: “Ho scelto la difesa a tre perchè ritenevo e ritengo fosse la soluzione migliore. Ho preferito Taino a Zaro (con Cannoni in fascia) dopo lo stop di Gerolino perchè non credo che Zaro sia pronto per questo livello. Melillo tra i pali sarà la mia scelta definitiva”. Squadra disorientata paradossalmente proprio dopo la superiorità numerica? “Volevo vedere come si mettevano loro e poi tra l’espulsione e l’1-2 sono passati solo 5 minuti (in realtà 10, ndr)”. Quando si dice, il tempo vola…Fatto sta che la mancanza di continuità rischia di minare le poche labili certezze di un gruppo friabilissimo: “Con l’Arezzo avevamo perso e qualcosa dovevo pur cambiarlo. Valuteremo il calo fisico martedì con dei test appositi”. L’Aldo Gradimento è ridotto ai minimi termini sulla prova a scartamento ridotto di qualche singolo in libera uscita: “Non mi è piaciuta la prestazione di qualcuno. Sul piano tecnico e dell’atteggiamento”. L’Indovina chi? si ferma sul nome di D’Errico titillato dalle lusinghe del mercato e concupito dalla Lucchese. Sulla vicenda dice la sua anche Tricarico: “Sono al corrente della cosa che mi è stata segnalata da Monza. Al di là del 20141122_183523caso specifico, la morale riguarda tutti: chi non si trova bene basta che alzi la mano e vedremo il da farsi. La maglia va onorata”. Nel frattempo registriamo la soddisfazione misurata del tecnico dei grigi Luca D’Angelo il cui pensiero si può sentetizzare in poche righe: “E’ stata la vittoria del carattere e dell’organizzazione. Forse abbiamo giocato meglio quando siamo rimasti in 10. Rigore dubbio? A me sembrava chiaro”. Amen e avanti un altro. Nella fattispecie, l’affranto Marco Taino che si concede ai taccuini mentre fuori dallo “Speroni” qualche tifoso esacerbato chiede udienza al capitano Serafini (per la cronaca, dibattito rustico ma senza eccessi al finestrino della Teo-mobile). “Stiamo dando tutto in allenamento e in partita. Dovete crederci. Stiamo recuperando le settimane di mancata preparazione in estate e i risultati arriveranno. Anche perchè stiamo imparando tante cose in poco tempo”. Troppa teoria e poca pratica? Il Barba non risponde. Ma la sensazione è di aver colto nel segno.

LA PARTITA

Giovanni Castiglioni