Alfabeto 2013-2014 come un Karma negativo: pesante. E in ritardo. Pesante come la stagione che ci siamo messi alle spalle. Stagione dura, piena di contraddizioni. Dentro e fuori la squadra. Con tanti eventi incontrollabili, inconciliabili, inconfutabili, inenarrabili, inarrestabili. In ritardo. Perché prima ricordare e poi raccontare è difficile se l’entusiasmo non ti aiuta, se l’adrenalina non circola, se le emozioni faticano nel venire a galla, se tante cose non sono andate per il verso giusto. Comunque, ci si prova.

A come ARMENISE, Marco: lontanissimi i tempi in cui il preparatore atletico della Pallacanestro Varese, per uno stage, frequentava, un po’ imbarazzato e giustamente timido, una palestra privata. Oggi, Marco, è un “numero uno” del settore che si muove con sicurezza, circondato da stima e rispetto. Chapeau!

B come BANKS, Adrian: tornato da figliol prodigo, chiude da trionfatore offrendo giocate di livello elevatissimo, numeri di grande successo, statistiche lussuose e una faccia da leader che lo scorso anno aveva mostrato in rare occasioni. Però, però, quando pensi di farne il “Re” del tuo gruppo, quando pensi di aver trovato il tuo Mosé e di affidargli chiavi e volante della squadra, ecco che Banks si guarda intorno alla ricerca di altre carrozzerie, altri motori, altri “dollaroni”. È il professionismo, bellezza. Quello sfrenato. Quello che se ti affezioni alla gente, ti frega.
Primo allenamento Stefano Bizzozi
B come BIZZOZI Stefano: si è mosso, anzi si è imposto grazie a serenità, tranquillità, obiettività nei giudizi, pacatezza nei metodi. Stefano, in un momento difficile della stagione, potenzialmente vicino ad una fragorosa implosione, ha fatto molto. Coach e gentiluomo. Nel suo caso si può.

C come CLARK Keydren: secondo la vulgata comunemente in voga Kee-Kee è stato la “genesi” di tutti i mali biancorossi. Una sorta di appestato cestistico, nemmeno meritevole di un manzoniano lazzaretto. Forse, azzardo forse, la verità non sta esattamente in questi termini. Forse, semplicemente, l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, nella squadra sbagliata, con il coach sbagliato. Semplicemente???

D come DE NICOLAO, Andrea: “Nick The Quick”, uno dei rari raggi di sole in una stagione molto “ombreggiata”. Finale di stagione alla grande, consumata a prendersi rivincite tecniche e morali. Ma, con tutta l’umiltà possibile, chiedo: provarci prima, quando ormai tutti avevano compreso il nocciolo della questione, no??

Domani la seconda parte

Massimo Turconi
(foto di Simone Raso)