«Bettineli lo scorso anno ha fatto un gran lavoro e potrà fare bene anche in questo campionato. Ho visto un buon Varese messo in campo molto bene». Due frasi, quelle pronunciate da Carmine Gautieri, molto significative che rendono meno amara la sconfitta toscana del Varese e che danno la sensazione di una formazione che potrà dire la sua. L’attuale allenatore del Livorno, fresco ex, ha commentato così nel post partita la vittoria di misura della sua squadra.

L’attenzione (giusta) del presidente Laurenza verso la salvaguardia del bilancio societario, cozza con le esigenze di un organico che dovrà faticare molto per conservare la categoria. Per sopravvivere bisogna avere i conti a posto ma si deve anche evitare la retrocessione. Non è vero che con i soldi si ottiene tutto. Poter ingaggiare grandi calciatori non è sinonimo di successo assicurato. Per vincere in B occorrono testa, cuore e… attributi. In molti casi la tecnica aiuta poco. È vero, a Livorno il Varese è stato battuto dalle invenzioni di Cutolo (dopo l’assist per la rete di Vantaggiato ha anche colpito il palo sfiorando il raddoppio), tipo di giocatore dai piedi sopraffini che tanto manca a Bettinelli, considerata l’indisponibilità contemporanea degli infortunati Rivas e Zecchin. Ma ha dimostrato di meritare il pareggio per la voglia con la quale ha reagito allo svantaggio. Ci sono diversi modi di perdere le partite, di approcciare a una gara. In Coppa Italia e contro lo Spezia abbiamo visto scendere in campo undici lottatori.

Nelle successive partite qualcosa è cambiato, non ha girato per il verso giusto. Neppure la superiorità numerica per due terzi di gara ha consentito di andare oltre il pari contro la Virtus Lanciano. Neppure trovarsi in vantaggio a Carpi è bastato per espugnare il bunker emiliano di Castori. Che dire poi della disfatta di Vercelli, determinata da uno svarione arbitrale che ha regalato il primo rigore ai piemontesi costringendo il Varese a giocare (si fa per dire) in dieci quasi tutta la gara? La squadra stanca e demotivata vista in Piemonte è svanita in terra amaranto. Bettinelli si è inventato una formazione nuova, facendo diventare titolari quattro ragazzini con il diavolo in corpo. Il Livorno ha aggredito subito il Varese perché doveva salvare la panchina del proprio allenatore, il Varese ha resistito agli attacchi del Livorno perché voleva dimostrare di essere ancora vivo.

Cristiano, Rea, Miracoli non hanno avuto fortuna nelle loro conclusioni ma hanno dimostrato di esserci. Capitolo a parte per Neto, tornato il trascinatore che conoscevamo. Si è calato con la giusta personalità nei panni del leader, punto di riferimento per i compagni e capitano vero della squadra. I suoi spunti, le sue invenzioni, i suoi gol sono preziosi come l’ossigeno. La vecchia guardia che non molla e dà l’esempio. Lo spiraglio di luce in fondo al tunnel.

Vito Romaniello, direttore AgrVito Romaniello