Il Varese arriva alla partita con l’Entella al termine di una settimana intensa. La prima sconfitta casalinga della stagione, contro il Vicenza, e la buona prestazione contro la Lazio in Coppa. Alla vigilia della partita di Coppa Italia con la Lazio è arrivata l’ufficialità della penalizzazione in classifica. Si sapeva che sarebbe accaduto, ma vedersi sul fondo della classifica crea comunque apprensione. Una cosa diciamo:?c’è da fidarsi di mister Bettinelli. Ha il polso della squadra e sa come uscire da questa situazione. Con il Vicenza non ha funzionato nulla, per sua stessa ammissione. I veneti sono stati una squadra cinica e capace di capitalizzare al meglio le poche occasioni capitate dalle parti di Bastianoni.
Dall’approccio alla gara da parte della squadra, agli errori dei singoli. Una partita condizionata dagli episodi, quelli che hanno deciso l’1-1 su due calci piazzati e quello che ha visto infrangere sulla traversa il pallone del possibile raddoppio varesino.
Gol sbagliato, gol subito, l’implacabile legge del pallone stavolta ha favorito il Vicenza. Subito dopo è arrivata la notizia della penalizzazione e dell’inibizione del presidente Laurenza.
Non c’è stato troppo spazio per i commenti perchè l’attenzione si è spostata su Lazio-Varese. Una gara che ha fatto tornare in mente quella di inizio anni Ottanta, quando lo “scippo dell’Olimpico” costò la promozione in A della squadra di Fascetti. Il tecnico toscano mi disse di provare ancora rabbia per una sconfitta decisa dall’arbitraggio a senso unico di Agnolin.
Quando andai a raccogliere le testimonianze di diversi protagonisti di quel periodo capii l’importanza del risultato. Quella fu una partita che avrebbe potuto cambiare il destino del Varese, di Fascetti e di molti giocatori. Una ferita che non si è rimarginata neppure dopo un quarto di secolo. La gara di martedì scorso è stata un’altra cosa. Ha messo di fronte due realtà del terzo millennio.
La Lazio di Pioli che sta cercando a fatica un posto nell’elite del calcio nostrano. Il Varese di Bettinelli che, dopo avere provato l’emozione di calcare il terreno di uno degli stadi più prestigiosi al mondo, è consapevole di dover pensare solo a mettere insieme punti per centrare la salvezza.
Neto e compagni hanno sciupato due opportunità per sbloccare il risultato, i biancocelesti ci sono riusciti con una sfortunata deviazione di Simic nella propria porta, su tiro di Konko.
Poi non c’è stata più partita. Bello però sentire i cori dei tifosi biancorossi presenti nella capitale. La parentesi dell’Olimpico deve restare tale. La realtà si chiama Entella, Latina, Crotone, Pescara, i prossimi ostacoli nell’irto cammino che porta alla salvezza. Il campionato deve ripartire subito. Un amico di Varese e di Bettinelli partì dall’ultima posizione e centrò una inaspettata promozione. Non si trattò di un miracolo ma del meritato premio per chi lavora in maniera seria e non si ferma al primo segnale di stanchezza. Cuore e attributi. Li abbiamo visti a inizio stagione, devono tornare a essere determinanti nella rincorsa verso la luce.

Vito Romaniello,
direttore Agr