“C’è un Pietro di prima e un Pietro di adesso. Il Cammino di Santiago ha cambiato il mio profilo psicologico”. Lo afferma con sicurezza Pietro Scidurlo, trentacinquenne di Somma Lombardo paraplegico dalla nascita.
Qualche anno fa, in un letto d’ospedale, quando faticava ad accettare la sua condizione, qualcuno gli ha regalato “Il cammino di Santiago” di Paulo Coelho e Pietro, pagina dopo pagina, ha maturato l’idea di provare anche lui a compiere quel cammino che migliaia di persone di tutto il mondo affrontano ogni anno. Ed è stata la svolta della sua vita: dopo otto anni da quella lettura, Pietro per ben due volte nel 2012 e nel 2013 ha raggiunto il Santuario di Santiago di Compostela con la sua handbike e ha capito che tutti, ma proprio tutti, possono arrivare là dove desiderano, chi sulle proprie gambe, chi sulle due ruote.

Attorniato da tanti amici, ha incontrato molti pellegrini, ha ascoltato innumerevoli storie di vita ed ha offerto anche il suo esempio. Superando fatica fisica e momenti di scoraggiamento, Pietro ce l’ha fatta: “Quando sono tornato dopo la prima volta, mi sono reso conto che il Cammino aveva lavorato inconsciamente dentro di me, era stata un’esperienza che mi aveva segnato. Sentivo di dover restituire qualcosa, di dover lasciare anch’io qualcosa e di lì a poco, infatti, sono nati Free Wheels e il progetto di scrivere una guida sul Cammino adatta ai disabili”. Free Wheels è un’associazione a scopo benefico che si pone l’obiettivo di dimostrare che non c’è nulla che una persona con disabilità non possa fare perché le barriere più grandi sono solo quelle della mente, non quelle del corpo.
Scidurlo 2014Il progetto di pubblicare una guida che aiuti i portatori di quante più disabilità possibili è ancora in essere e vedrà la luce nella primavera del 2015 (Terre di Mezzo editore). Pietro ci sta lavorando da parecchi mesi e, con il viaggio verso Santiago di Compostela che sta percorrendo proprio in queste settimane per la terza volta, vuole mettere a punto gli ultimi dettagli: “In aprile abbiamo fatto la prima ricognizione dati e abbiamo segnato un tracciato asfaltato sul quale trovare strutture adeguate, hotel, farmacie e tutto quello di cui si può aver bisogno durante un percorso così duro. Ora mi trovo a Melide, a circa 60 Km da Santiago, e stiamo concentrandoci sul riuscire a tracciare una via più semplice, alternativa, che possa aggirare gli ostacoli che si incontrano in alcuni punti“. E proprio durante la nostra telefonata, racconta, sta andando a vedere tre alberghi a Melide insieme ai suoi inseparabili accompagnatori tra cui Luciano Callegari, anima del sito pellegrinando.it.

Ciò che spinge Pietro a fare tutto ciò è che anche altri ragazzi e ragazze come lui possano in futuro percorrere per intero il Cammino di Santiago. “Non possiamo farcela completamente da soli, ma possiamo comunque farcela, possiamo partire anche noi da casa e pensare di arrivare fino in fondo. Nel 2012 sono state 30 le persone con disabilità che hanno concluso l’intero pellegrinaggio, nel 2013 sono state 66; chissà che in futuro e con la mia guida non si possa arrivare anche a più di un centinaio o anche a 200. Voglio dimostrare che tutti possiamo affrontare il Cammino. Io ce l’ho fatta e questa cosa mi ha aiutato; perchè non potrebbe aiutare anche altri?“.
Questa sua iniziativa sicuramente porterà anche altri ad abbattere quelle barriere che Pietro, grazie al Cammino di Santiago e alla vicinanza dei suoi cari, è già riuscito a superare. Perchè “le barriere più grandi sono solo quelle della mente!”.

Laura Paganini