Non solo la Cimberio con Pozzecco, ma anche la Robur con Passera.
Le panchine delle due squadre di basket più importanti di Varese hanno nuovi padroni. E dopo aver assistito alla festa per il ritorno dell’ex playmaker della Stella, è tempo di quattro chiacchiere con il nuovo coach gialloblu, Franco Passera appunto, che dopo aver ricoperto la carica di DS lo scorso anno, ha deciso, sotto richiesta della società, di tornare sul ponte di comando della squadra di via Marzorati per la terza volta nella sua vita.

“Ho sposato questa causa più su richiesta dall’alto che su mio diretto desiderio -confida il casciaghese-. Quando però una società ti chiede di intervenire in un certo modo, formulando degli obiettivi (come la crescita di alcuni ragazzi destinati a diventare allenatori) o portando avanti il discorso con quei giovani che lo scorso anno Romano Pagani era già riuscito a lanciare con successo, allora non potevo rifiutare. Qualcuno mi ha definito un ‘traghettatore’, ma lo faccio con piacere, perché stare sul campo è la cosa che più gradisco. Chiaramente dovrò essere assistito da persone che abbiano forza e voglia di mettersi in gioco”.

Da chi sarà composto il suo staff?Passera
“E’ ancora difficile riuscire a rispondere a questa domanda. Col tempo riusciremo a mettere i tasselli giusti al posto giusto. Una cosa, però, è certa: noi puntiamo molto su Martino Rovera. Per un anno ancora farà il giocatore; ma proprio in questo periodo cominceremo a valutare se il lavoro che ha svolto così bene con i bambini piccoli, lo farà altrettanto bene con i ragazzi grandi. Se sarà possibile, comunque, cercherò di avvalermi di un allenatore senior in modo da non sentirmi in minoranza con i tanti giovani che avrò intorno”.

Come rialzare la testa dopo la deludente stagione passata?
“Bisogna sempre fare una differenziazione tra risultati, che l’anno scorso non ci sono stati, e qualità del lavoro che, al contrario, non è mai mancata. Ritengo che cose come i progressi di Matteo Piccoli, un ragazzo estremamente interessante sul quale puntiamo ad occhi chiusi, o il lancio di giocatori come, ad esempio, Vai, ne siano la testimonianza. I risultati, invece, sono stati condizionati dai numerosi infortuni e dalla difficoltà di giocare con lo ‘spauracchio’ degli ottimi risultati ottenuti l’anno prima con Piazza in panchina. La qualità del lavoro di Pagani, che ricoprirà un ruolo importante nel nostro settore giovanile, però, non è mai stata messa in discussione. Ebbene, noi ripartiremo proprio da qui e cercheremo di migliorare anche nei risultati”.

Marco Gandini