Sorrisi, sì, tanti. Risate da spanciarsi invece no. Quelle mancano. La stagione 2013-2014 del Bosto Varese scivola via così: sulle ali di una evidente soddisfazione, di sicuro non sul “jet” di una gioia incontenibile.
“Abbiamo diverse ragioni per essere contenti del nostro cammino ma – ammette Dario Frasisti, riconfermatissimo coach del Bosto -, ma allo stesso tempo sappiamo di non aver centrato tutti gli obiettivi che, alla vigilia del campionato, avevamo messo nel mirino. Gli aspetti positivi sono tanti, certamente superiori a quelli negativi. Tra i più importanti citerei: l’aver messo insieme un campionato di alto profilo, mettendo definitivamente alle spalle le difficoltà societarie e, sportivamente, le salvezze risicate colte negli anni passati. Poi, l’aver ricreato entusiasmo e interesse intorno ad una squadra che nelle ultime stagioni sembrava aver perso un pizzico di “appeal”. Infine, grazie al ritorno a casa di tanti “Bostoniani”, ecco l’aspetto più importante: aver rilanciato, anzi, rigenerato il nome di una società che, a Varese e dintorni, negli ultimi vent’anni aveva sempre fatto bene”.
Parlami, dunque, delle “zone d’ombra”.
“Abbiamo, tutti, un vivo rammarico e una netta sensazione: avremmo potuto fare di più. Dopo un buon avvio di stagione, con un girone d’andata disputato stabilmente al vertice, abbiamo “sballato” perdendo sette partite consecutive e, soprattutto, perdendo contatto con l’alta classifica. Motivi della caduta verticale? Diversi e, in un certo modo, pure previsti: infortuni e acciacchi in serie, impegni di lavoro, questioni famigliari. Di fatto, per circa due mesi ci siamo allenati a ranghi forzatamente ridotti, quindi male, quindi con scarsa intensità, quindi con zero possibilità di realizzare un buon lavoro di squadra. In un contesto del genere, perdere partite, è stato del tutto conseguente. Sistemata in qualche maniera la situazione ci siamo ripresi e, non a caso, a sei giornate dal termine del campionato eravamo ancora in lizza per entrare nella post-season ma giocare sempre di rincorsa è difficile, specialmente quando devi contare sulle disgrazie altrui. Che, puntualmente, non si sono verificate, così abbiamo chiuso la stagione più che decorosa – 28 punti e 14 vinte su 16 – ma, in tutta onestà, inferiore alle attese”.
Adesso, immagino, starete già lavorando per programmare il futuro.
“La linea fondamentale da seguire per il domani è già tracciata: continuare con il progetto di riportare alla base i giocatori che sono nati e cresciuti cestisticamente al Bosto. Tra quelli ancora “itineranti” ve ne sono alcuni – due per tutti Lollo Bini e Beretta -, che potrebbero essere cooptati. Però, in queste senso non abbiamo ancora certezze”.
Quali, dunque, i punti fermi già assodati?
“Come Massimo Troisi ricominceremo da tre: Lombardi, Tocchella e Presentazi. Questi, al momento sono i giocatori certi per il 2015. In una situazione di potenziale part-time, ma per ragioni legate ai loro impegni lavorativi, sono invece Marco e Michele Zanatta, Gorini e Missoni. gli altri, pure alle prese con problemi lavorativi, sono liberi di trovare sistemazione”.
Mercato? Orientato verso quali obiettivi?
“In un quadro generale ampiamente definito, e al netto di un budget che non consente spese folli, vorremmo comunque allestire una squadra competitiva e di buon livello. Pertanto, la “luce” si muove a 360 gradi sondando il mercato degli Under (valutati Bosello, Caroli, Mariotto) e dei senior di valore, vedi abboccamenti con Fulvione Fontanel per fornire peso ed esperienza ad un gruppo che vuole rinforzare la sua filosofia: giocare per divertirsi ma – conclude il tecnico del Bosto -, giocare seriamente”.

Massimo Turconi