Varese-Modena è stata l’occasione per rivedere allo stadio Mauro Borghetti, ex capitano del Varese che ricorda benissimo quella dannata sfida ai playoff contro il Cittadella nel 2000. L’ultima volta che ha fatto visita al “Franco Ossola” non gli è andata bene. L’attuale osservatore e collaboratore del Settore Giovanile del Novara, nelle ultimissime giornate della scorsa stagione è passato in prima squadra vivendo in prima persona la retrocessione del club ai playout persi proprio contro la sua ex squadra.
Borghetti ha assistito all’ultimo match casalingo dei biancorossi dalla Tribuna Stampa in veste di opinionista televisivo. Che Varese ha visto?
«Sono stato coinvolto in questa cosa simpatica e mi diverto molto. Ho visto un buonissimo Varese. Deve salvarsi. Questa è la sua grande missione e può farcela».
Cosa gliene pare del lavoro di Bettinelli?
«Sta trasmettendo la giusta carica e motivazione ai suoi ragazzi. Devo dire che si sono dei bei giocatori, giovani promettenti affiancati da “vecchie volpi” come Zecchin, Corti, Neto Rea, Blasi. Io personalmente ho sempre sostenuto che i giovani in serie B facciano la differenza. Il Varese ha sempre fatto bene in casa grazie anche al sostegno dei tifosi che non deve mancare mai anche nei momenti meno facili».
Uno sguardo al campionato…
«Credo sia come tutti gli altri anni. Ci sono squadre che partono forte, ma poi visto la lunghezza della stagione cedono il passo. È un campionato molto difficile, ogni partita ha la sua storia. È presto per dare giudizi sulle compagini da promozione».
Come sta proseguendo il suo lavoro al Novara?
«Bene, abbiamo digerito la mancanza del ripescaggio ed ora  stiamo puntando sui giovani e sul vivaio. È obbligatorio vista la direzione oramai presa dal sistema calcio alle prese con i suoi alti costi e mancanza di sponsor».
I giovani sono il futuro, come si investe su di loro?
«Sento dire da tutti che bisogna investire suoi giovani e sembra una cosa facile, ma non lo è affatto. Anche qui ci vogliono soldi, persone qualificate, osservatori capaci di scovare ragazzini nei campetti di squadre di paese, per non parlare delle strutture. Per scoprire i giovani ci vuole talento. A Varese c’è gente molto capace in questo. Ci tengo a salutare Mario Belluzo, Marco Caccianiga e tutto il resto dello staff tecnico giovanile».

Claudio Ferretti