Palermo è terreno fertile per gli ex biancorossi. In maglia rosa ci sono ben quattro giocatori che hanno vestito la casacca del Varese. La partita di sabato Varese-Palermo vedrà tre di loro tornare al “Franco Ossola” per la prima volta da avversari: il portiere Stefano Sorrentino, il terzino destro Eros Pisano e il terzino sinistro Achraf Lazaar. Non sarà del match invece Kiki Struna, passato da Varese lo scorso anno in prestito proprio dalla società di Zamparini, che non sta trovando spazio in campo.
Gli occhi saranno puntati principalmente su Lazaar, figlio del Sacro Monte, che ha da poco lasciato la casa in cui è cresciuto non solo calcisticamente. Nato in Marocco, si è trasferito da bambino a Venegono ed è sbocciato in biancorosso dopo la trafila nel settore giovanile. È uno dei “Mangiaboys” che dalla Primavera è passato in prima squadra, migliorando di partita in partita al punto da diventare desiderio di numerosi club anche di serie A. Il Palermo lo ha fortemente voluto ed è riuscito ad accaparrarselo nell’ultimo giorno del mercato di gennaio.  Sabato, il classe ’92, torna da ex in quella che è stata la sua casa fino a due mesi fa «Naturalmente è per me una grande emozione. Non sono spaventato, ma anzi contento di tornare e di ritrovare i tifosi biancorossi che spero non mi guarderanno con occhi diversi. Varese è casa mia, ho tanti amici e mi arrivano sempre molti messaggi di chi fa il tifo per me da lontano. Ma ti confesso che anche io, pur pensando a me e al Palermo, faccio il tifo per il Varese. La squadra si deve salvare – aggiunge –. È in un periodo positivo e non sarà facile affrontarla. Ci ha appena fatto un favore bloccando l’Empoli».
Che ambiente hai trovato a Palermo? «Mi sono inserito benissimo nel gruppo e sta andando tutto alla stragrande, mi sono conquistato la maglia da titolare e ora devo dimostrare sempre di più, abbiamo un obbiettivo ambizioso e vogliamo raggiungerlo prima possibile. I tifosi sono innamorati della squadra anche se hanno vissuto male la retrocessione, stanno tornando allo stadio sempre più numerosi e speriamo di festeggiare… quello che vogliamo ottenere».
Ti senti pronto per la Seria A? « È il mio sogno. Sono voglioso di dimostrare e pronto a migliorare».
Cosa ricorderai per sempre della tua esperienza a Varese?«Sicuramente il mio esordio in Serie B ad Ascoli con mister Castori. Ero contentissimo. Non dimenticherò neanche il mio gol di testa in Coppa Italia contro il Pontisola. E poi come non ricordare quella finale del Campionato Primavera contro la Roma con Mangia in panchina. Siamo andati ad un passo dallo Scudetto. Lì siamo cresciuti tutti capendo che il calcio può dare e togliere nel giro di 90’».

Se il passato di Lazaar a Varese è recentissimo, quello di Sorrentino invece risale a oltre dieci anni fa. Era il 2000-2001, il portiere aveva 20 anni, in panchina c’era Beretta e la squadra militava in Serie C1. Sfiorò i playoff per la B. Ha trascorso a Varese proprio il suo primo anno da titolare nel cosiddetto “calcio dei grandi”.
Che ricordo hai di Varese? «È stata una tappa fondamentale della mia carriera che mi ha insegnato molto. La stagione fu bella e importante, e per me è coincisa con il primo anno da titolare nel mondo dei professionisti, all’inizio ho trovato qualche difficoltà, poi sono cresciuto tantissimo. Ero un ragazzo di neanche 20 anni che ha vissuto un anno emozionante».
Che formazione era? «Un mix di giovani come me, Gasbarroni e Balzaretti e di giocatori d’esperienza come Gheller, Gorini, Bandilari e Borghetti. Quel gruppo mi ha lasciato molto sotto il profilo umano. Anche fuori dal campo ho trovato persone uniche e speciali».
Ricordo più bello e più brutto in biancorosso? «Diciamo che il periodo iniziale non fu semplice, pagai un po’ di inesperienza e mi ricordo che mi arrivarono delle critiche. Anche perché mi ritrovavo a sostituire un giocatore come Maurizio Brancaccio. Ho fatto fatica a smaltirle, ma poi quelle stesse critiche si trasformarono in applausi a fine stagione e questo è il ricordo più bello».
Torniamo al presente, torni a Varese da avversario per la prima volta…
«Sono passati tanti anni e ciò significa che sto invecchiando. Lazaar e Pisano mi hanno parlato molto bene di Varese e questa è una cosa positiva. Vuol dire che si continua a lavorare per il verso giusto. I biancorossi ha sfiorato la serie A e sfornato giocatori di un certo calibro. Pisano e Lazaar sono molto importanti per noi»
Che avversario ti aspetti? «Il Varese è una squadra complicata da affrontare, che può farci pagare caro anche un solo errore. In questi anni la società ha saputo confermarsi ai piani alti e ciò vuol dire che c’è una buona organizzazione. È una squadra molto temibile».
Il Palermo ha un unico obbiettivo: tornare in Serie A…
«Un solo e unico traguardo e dobbiamo centrarlo prima possibile. Una piazza come Palermo merita di stare in Serie A».

Come il suo collega di reparto Lazaar, Pisano, nato a Busto Arsizio nel 1987, è cresciuto nel Settore Giovanile biancorosso e ha fatto parte di quel Varese che ha compiuto la scalata dall’Eccellenza alla Serie B. Giocatore molto amato dai varesini, torna anche lui per la prima volta al “Franco Ossola” perché da quando ha lasciato la squadra ha sempre giocato in Serie A.
«Sarà strano soprattutto andarsi a cambiare nell’altro spogliatoio. Varese non è stata una parentesi e rappresenta molto per la mia carriera. Credo di aver lasciato un bel ricordo e sarò contento di rivedere qualche faccia amica. I ricordi più belli sono legati alle feste-promozione: giornate genuine che è difficile scordarsi. Abbiamo festeggiato con i nostri tifosi che erano anche amici. Varese per me rappresenta solo gioia».
E Sannino? «Ha tirato fuori il meglio da ognuno di noi. Dopo il suo esonero da Palermo, mi è capitato di sentirlo qualche volta, lo seguo e sta facendo bene anche in Inghilterra. Sono contento per lui perché ha fatto un passo importante e coraggioso come quello di andare all’estero. Per lui deve essere una grande soddisfazione personale, senza dimenticare che conoscendo ambienti diversi ci si arricchisce molto».
Che avversario ti aspetti sabato? «Conosco l’ambiente del “Franco Ossola” e la ritengo una partita tosta contro una squadra difficile da battere, che viene da un periodo positivo fatto di risultati importanti. Il campionato non è ancora chiuso. Abbiamo fatto qualcosa di importante dopo un inizio turbolento, ma adesso dobbiamo mantenere la retta via fino alla fine».
Che presidente è Zamparini? «Uno che si vede poco, non viene molto al campo, ma quando c’è è sempre positivo e parla alla squadra. Sappiamo tutti che a volte fa le sue uscite sui giornali, ma fa parte del gioco».

Elisa Cascioli