Mario Belluzzo è uno dei personaggio storici del Varese che attualmente ricopre la carica di coordinatore del Settore Giovanile. Il braccio destro della società non si perde neanche una partita dei più giovani, ma quando può è presente anche al “Franco Ossola” per seguire la prima squadra, questo perché il suo obbiettivo, come quello della società, è di avere ogni anno almeno un giovane promosso nella formazione maggiore. È successo tempo fa a Pisano, poi a De Luca; in seguito a Lazaar e poi a Fiamozzi; questa estate a fare il salto sono stati Forte e Barberis.
 Al termine di ogni stagione si allunga l’elenco dei giovani che diventano professionisti. Una vera e propria soddisfazione per il Settore Giovanile?
«Lavoriamo per questo. Fiamozzi in prima squadra sta facendo ottime prestazioni. Si è dimostrato duttile e ha firmato due assist nelle ultime due partite. Per di più può ancora crescere tanto. Forte ha grande potenzialità e spero di rivederlo presto in campo anche se c’è da dire che nel reparto offensivo ha tanta concorrenza».
Cosa rappresenta il Settore Giovanile per una società come il Varese?
«È la sopravvivenza. Una scuola di vita  con tanti sogni  nel cassetto e soprattutto un investimento societario. In questi anni siamo riusciti a coltivare talenti e ad avere delle plusvalenze. Quello biancorosso è da sempre una fucina di giovani promesse. Sono tanti i calciatori che hanno dato lustro al panorama calcistico nazionale ad essere usciti dal nostro settore giovanile».
A gennaio c’è stato un ringiovanimento della Primavera…
« È stata fatta una scelta di prospettiva. Abbiamo mandato a maturare altrove alcuni giovani come Zamparo e Scapinello per un motivo preciso. Dal prossimo anno ci sarà l’eliminazione della Seconda Divisione e dunque sarà più difficile trovare posto nelle squadre. Le possibilità si ridurranno. Con questa scelta i nostri giovani hanno potuto mettersi in mostra con sei mesi d’anticipo, avendo la possibilità di farsi le ossa per essere già pronti alla stagione successiva. Questo ci ha permesso di far esordire qualche ’97 in Primavera. Il prossimo anno vogliamo fare una formazione con tanti ’97 e qualche ’96 composta quasi interamente da nostri ragazzi. Tre anni fa abbiamo fatto la scelta di iscrivere gli Allievi al campionato contro le formazioni di A e B, una decisione che sta dando frutti».
Gli Allievi ’97 sono partiti con il botto…
«Lo scorso anno si sono fatti le ossa e hanno avuto qualche difficoltà; proprio questo ha permesso alla squadra di crescere e di maturare. È in lotta per i playoff, vedremo come andrà a finire».
Domenica scorsa invece è arrivata la prima vittoria degli Allievi ’98. Che significato ha?
«Questi ragazzi giocano contro avversari più grandi di un anno ed è normale che facciano fatica, ma questo gli permetterà di rinforzarsi e di essere estremamente competitivi il prossimo anno. La vittoria sicuramente sarà da stimolo al loro percorso».
I giovani approdati altrove sono tenuti d’occhio?
«Assolutamente sì. Non sono abbandonati, né tantomeno persi di vista. Proprio sabato a Verona contro il Chievo mi sono confrontato con il direttore sportivo del Real Vicenza dove sta giocando Scapinello. Siamo costantemente informati e inoltre mandiamo apposta gli osservatori a guardare come si comportano».
Parliamo del Varese di quest’anno…
«Non chiedermi se si salva, a questa domanda non risponderò mai».
Perché?
«Semplice: chi come me è partiti da Parabiago e si ricorda certi campi, non può minimamente pensare ad una retrocessione, ma stiamo scherzando? Vedrete che finale di stagione farà il Varese».
A Parabiago nacque un sogno, cosa è rimasto del Varese di allora?
«Siamo rimasti in due, il sottoscritto e Papini. Sogliano ha fatto una scelta di vita differente. Peo Maroso è volato in cielo a darci forza e ispirazione. Per noi è rimasta la voglia di soffrire, di rimettersi in gioco e di mangiare ancora la polvere,  trasmettere il messaggio di non darsi per vinti. Questi eravamo noi di Parabiago. Approfitto per ringraziare tutti quei tifosi fedelissimi che ci stanno seguendo da allora in questa avventura e che ci danno la voglia di proseguire».
Martedì il Varese è tornato a vincere in casa con una grande prestazione contro l’Empoli…
«Forse è esagerato dirlo, ma a me sembra di aver rivisto il Varese di Sannino. La squadra ha vinto perché ha messo in campo grinta e carattere mescolati a giocate di classe come quelle di Neto e di Oduamadi, il suo stesso colpo di testa valso l’1-0 è stato un bel guizzo».

Elisa Cascioli – Claudio Ferretti