Salvezza raggiunta in anticipo o delusione per una stagione con prospettive più alte? Questa è la prima delle innumerevoli domande che vorremmo fare ad Andrea Tavian (in foto in alto), braccio destro di Arosio sulla panchina di Gallarate. La squadra dell’indimenticabile Presidente Leoni infatti, è stata una delle mine vaganti del Girone C del campionato di C2, capace di perdere partite già vinte e di vincerne altre in cui le quotazioni avrebbero mandato in bancarotta anche uno sceicco del Bahrain; forse il bello di questa squadra è proprio l’imprevedibilità che ha costretto gli avversari a dare sempre il massimo per evitare scivoloni epocali, ma per arrivare a raggiungere determinati traguardi devi comunque avere basi massicce e, soprattutto alle spalle, una società sana. Andrea, per te questa è stata la prima esperienza sulla panchina di Gallarate, che ambiente hai trovato?
L’ambiente e la società sono molto solidi, gestiti bene da persone competenti, come lo era “Il Pres” Leoni, e come lo sono ora Alessandro Ferri e Christian Borghese: sempre disponibili ad accontentarti e far trovare tutto nel modo migliore e più rapido possibile. Per loro Gallarate non è una semplice società di basket, ma una Famiglia.
Ora a stagione finita, col senno di poi, siete soddisfatti o delusi? Con che aspettative eravate partiti?
La soddisfazione, è sicuramente la meritata salvezza avvenuta con una giornata di anticipo sul campo di Robbio (quinta forza del campionato), dove i ragazzi hanno saputo dominare la gara. Grosse delusioni non ce ne sono state, forse dei rammarichi, visto le innumerevoli partite perse per pochi punti, anche con squadre con ambizioni maggiori alle nostre. L’obiettivo stagionale era una salvezza sicura, e direi che l’obiettivo, con qualche patema, è stato rispettato. La società è voluta ripartire dal proprio vivaio e dare un taglio prettamente giovane con gli unici “esperti” Jack Leo e Francesco Cola ha far da chioccia al fiore ad occhiello del basket Gallarate Christian Gatto ( classe 96 con grandi potenziali, il quale può anche ambire a categorie superiori). Arrivando da una stagione di successi con la Robur et Fides, per me è stata un’annata diversa e difficile perché, devo ammetterlo, “a me non piace proprio perdere”, però devo anche ammettere che ho molti rimpianti perché l’80% delle sconfitte sono state gettate al vento da noi. La mancanza di esperienza, e qualche scelta sbagliata, hanno pagato i dividendi al risultato finale in termini di classifica. Se avessimo vinto quelle partite gettate, forse a quest’ora non saremmo stati qui a parlare di fine stagione, ma di play off.
Riguardando il vostro calendario, potremmo dire che siete partiti un po’ “frenati” ma nel momento in cui avete trovato l’alchimia giusta, avete battuto anche le prime in classifica, cos’è cambiato?
Non è cambiato molto durante la stagione, perché la squadra è rimasta invariata (unico innesto quello di Niccolò Rossi). Purtroppo l’inizio non è stato dei migliori, complici le 5 sconfitte consecutive e tutte con margini ridotti. Poi alla sesta giornata, c’è stato il primo cambio di rotta, che ha portato entusiasmo nell’ambiente e compattezza, regalando le prime vittorie, anche con squadre che sulla carta erano più esperte di una giovane e coriacea Gallarate.
La classifica finale del vostro girone, credi rispecchi i pronostici di inizio campionato? Erano quelle le squadre candidate a playoff/playout e retrocessione?
Purtroppo la “nostra” classifica, rispetta il pronostico del nostro giornale locale che ci dava in quarta fascia, ma ripeto se avessimo gettato al vento meno partite, magari li avremmo smentiti. Per quanto riguarda l’intero girone C, personalmente credo ci siano state conferme e novità: infatti, delle quattro squadre qualificate ai playoff 2013-2014, due le ho indovinate alla partenza mentre le altre due sono state vere e proprie sorprese; mi riferisco a Cislago di Parietti e Opera di Retinò e Velardo. Per la lotta playout non avevo fatto pronostici, un po’ per scaramanzia, un po’ per poca conoscenza di alcune squadre.
Parlando dei tantissimi giocatori che hai visto in campo in questa stagione, fammi un paio di nomi: prima di tutto, tra i tuoi qual è quello che ti ha sorpreso di più? E in generale, guardando l’intero gruppo C, a chi daresti il titolo di MVP alla fine della stagione regolare?
Il giocatore che mi ha sorpreso di più è stato Francesco Cola: Cecco è il giocatore che tutti vorrebbero, viste la sua duttilità e la sua tenacia difensiva; ha solo una pecca, non segna mai da sotto! Ma lui è il giocatore che io vorrei in tutte le mie squadre: silenzioso, atletico e dominante in difesa. Occhi aperti però, anche a Luca Tommasini classe 97 in chiave futura. Per quanto riguarda il MVP del girone io lo darei a Paolino Lombardi, che sicuramente è un giocatore ancora di 2 categorie sopra, ricordiamo i 47 punti segnati in una singola partita!
Per finire, visto che ormai siete in vacanza, svelaci i progetti per la prossima stagione…
Per i progetti personali non so ancora niente, se ne parlerà in settimana o comunque a breve. Io spero che Gallarate vada avanti a puntare su una squadra di taglio giovanile, con prodotti del proprio vivaio e con qualche giocatore esperto della categoria nei ruoli chiave, che possa servire da punto di riferimento per la crescita individuale di questi ragazzi. A tal proposito, mi vengono in mente Stefano Bianchi, che pure essendo un classe 94 è ormai il suo terzo anno nella categoria e quest’anno è stato uno dei fattori determinanti al raggiungimento dell’obiettivo stagionale, ad Arui e al capitano Jack Leo. Per concludere, se mi permetti, vorrei ringraziare tutti i giocatori, perchè durante questa stagione hanno dimostrato una gran determinazione e voglia di raggiungere l’obiettivo.

Alessandra Conti