Realini 6: Doppia doppia per punti (11) e rimbalzi (12), ma anche 20 tiri…Si impegna nel lavoro sporco, ma ultimamente ha perso un po’ la mira. Come tutti sbanda nell’ultimo, fatale quarto.
Piccoli 6,5: Grinta, intensità, voglia di lottare e stasera, sorpresa, entrano anche i canestri. Molto bravo a prendere posizione sul rimbalzo d’attacco dove lucra quattro punti importanti.
Santambrogio 6: Meriterebbe di più perchè la sua presenza in campo coincide con tutti i migliori momenti della Coelsans. Peccato che spenda malamente i suoi falli. Una volta migliorato questo aspetto, la luce in fondo al tunnel si inizierà a vedere.
Rovera F. 5,5: Inizia bene la gara con un ottimo primo quarto, la finisce scappando in fretta dal nervoso dagli spogliatoi. Oggi non ha girato.
Castelletta 6: Ok, al tiro non ci siamo. E’ vero. Però, finchè è rimasto in campo è riuscito a limitare Guerci e si era sul 48-39. Poi è scesa la notte artica. In bocca al lupo per l’infortunio: in Robur e non solo si attende l’esito dei suoi esami trattenendo il fiato. Argine.
Bellotti 5,5: Non convince più di tanto in regia e ha la sfortuna di marcare Centanni che mette tripla del +4 prima e canestro della staffa poi. Rimandato a…gennaio.
Rovera M. 6: Si sacrifica contro Guerci a cui concede chili e centimetri dopo l’infortunio di Castelletta. Spara a salve dall’arco, ma lotta e non cede di un centimetro. Mai. Degno di nota il 6/6 ai liberi. Spartano.
Matteucci 6,5: Il migliore. Magari non si vede molto nei primi 30′, ma quando la palla scotta, gli avversari scappano e ci vuole senso della responsabilità, si carica i gialloblu sulle spalle e, praticamente da solo, costruisce la parità con tripla e canestro all’indietro degno del migliore Nowitzki. Sigla la parità con un altro numero che avrebbe meritato 5′ di gloria supplementare.
Pagani 6: Le rotazioni si sono accorciate fisiologicamente con lo scorrere della partita lasciandolo senza frecce nella faretra. Senza più munizioni gli si può, forse, imputare di non aver fatto fallo sull’ultima azione per avere in mano l’ultimo tiro. Che poi andava segnato con un’altra magia…

LA CRONACA

Matteo Gallo