In qualità di main sponsor della Pallacanestro Varese Roberto Cimberio ha sfiorato lo scudetto  tricolore con la squadra biancorossa. Poche settimane più tardi l’imprenditore piemontese ha comunque stretto tra le mani un nastro bianco rosso e verde. Quello  che ha tagliato in Burundi nella cerimonia che ha concluso il progetto “Una Scuola per Vivere” promosso dalla Cimberio s.p.a. in collaborazione con il Consorzio Varese nel Cuore che ha dotato la Missione del VISPE di Bugenyuzi di una nuova struttura  capace di accogliere oltre 350 bambini.
Sembra che il suo papà Renzo fosse un po’ preoccupato prima di questo suo viaggio…
“Sinceramente, non proprio preoccupazione ma più di un pensiero me l’ero fatto anch’io – attacca sorridendo Roberto Cimberio – ma avevo preso un impegno preciso con tutte le persone che mi avevano dato i soldi per realizzare il progetto ‘Una Scuola per Vivere’: clienti di ogni parte del mondo, fornitori, amici, gente comune. Avevo  garantito che ogni euro sarebbe andato a buon fine. Ora posso dare un rendiconto preciso a tutti, certo della loro piena soddisfazione”.
Più felice per quanto realizzato o sorpreso per aver già una buona base economica di partenza per un nuovo progetto?
“Il traguardo raggiunto è importantissimo. quando siamo partiti con questo progetto non avrei mai sperato di arrivare a tanto. Una sorpresa piacevole diventata fantastica quando, raggiunto il nostro obbiettivo lo abbiamo  superato. Adesso che molti amici hanno visto quello che abbiamo fatto abbiamo già diverse promesse per un passo successivo. Si perché dopo essere stato là ora non si può non pensare ad un nuovo impegno da condividere con chiunque avrà la volontà di esser con noi”.
E’ partito per l’Africa fresco del “tradimento” di Vitucci, è tornato giusto in tempo per quello di Cerella. Ripagato con gli interessi dalla fedeltà di tanta gente, che le ha dimostrato grande sensibilità e fiducia rispondendo con inusuale entusiasmo al suo appello, considerando il momento economico generale.
“La generosità di ognuno è misurata con quanto siamo disposti a rinunciare per mostrare agli altri quanto sono importanti per noi. Anche in Burundi persone che non avevano nulla erano pronte a condividere con noi quel poco in loro possesso per mostrarci quanto a loro importava di noi. Esiste un mondo molto più grande di quello che si può immaginare di persone che ai propri interessi antepongono l’attenzione per gli altri. Le persone menzionate hanno fatto il contrario anche se poi si mettono la medaglia di missionari. Ma anche in questo caso siamo abituati a vedere tante persone che sfruttano la generosità degli altri per il proprio tornaconto”.
Ha vissuto i play off al suo posto nel parterre insieme a moglie e figlie. Visto l’andazzo generale, a Varese e fuori, ci vuole un bel coraggio.
“Si può trovare del buono in ogni situazione. Imparare a non lasciarsi contagiare dal branco e ragionare con la propria testa è un’importante insegnamento di cui sono certo le mie figlie faranno tesoro per il futuro. Se poi paragoniamo il nostro pubblico con quello di tanti altri palazzetti italiani allora mi chiedo chi mai dovrebbe andare a vedere delle partite”.
Al di là del ventilato ottimismo il Consorzio, varesino, che sostiene la Pallacanestro Varese ha perso qualcosa. La Cimberio, piemontese, rimane al suo posto. Dopo lo scudetto sfiorato come dopo la retrocessione in A2. Mai avuto un ripensamento?
“Ripensamento evidentemente no. Una tentazione sicuramente si. Ora però con la nuova struttura e le nuove persone che la gestiscono ci sono garanzie di risultati e mi sembra che la stagione appena conclusa sia la dimostrazione di quante cose siano cambiate negli ultimi anni. Una bella garanzia per eventuali nuove forze che vorranno abbinare il loro nome alla Pallacanestro Varese”.
Riesce a restare solo main sponsor senza voler dare qualche direttiva tecnica?
“Io si. Solo ho chiesto di poter dare un contributo maggiore nel marketing che ritengo mal gestito e debba essere portato allo stesso livello della gestione tecnica”.
Lei campione d’Italia lo è stato. Nella Cimberio delle scorsa stagione in chi si è rivisto?
“Nelle giovanili mi sono trovato nella squadra giusta al momento giusto e soprattutto con i compagni giusti (e forti). Fare un paragone con un giocatore dello scorso anno sarebbe poco gentile per il giocatore stesso. Se proprio devo dire un nome, per caratteristiche  quello più vicino a me poteva essere Talts. Criticato da molti, rivalutato solo nel finale di stagione, sempre pronto a dare tutto anche per i pochi minuti che giocava”.
Quando sente la “curva” cantare il nome del suo papà cosa prova?
“Sono molto contento che gli venga dato il tributo che si merita. Lui dà tutto per Varese anche se fino ad oggi è stato poco gratificato e non mi riferisco solo ai risultati sportivi”.
Tra poco si ricomincia. Consapevole che si ripartirà sulla carta più deboli al cospetto di avversari sulla carta più forti?
“In tutti i campionati ci sono i nomi dei migliori già scritti sulla carta ma il risultato del campo ha sempre dato risposte diverse. Quindi prima di dire che siamo più deboli aspettiamo il responso del campo. La squadra vince non solo per i giocatori ma anche per tutto quello che le sta attorno”.

RB