Il maestro Augusto Fernando Lauri è partito alla volta di Bèkès in Ungheria, ridente cittadina alle porte di Budapest, per il titolo Internazionale WBU dei pesi Medi con il coraggioso pugile per “hobby” Christian Bozzoni e con i debuttanti Alessio Taverniti e Lucian Danilencu, nella riunione organizzata dal team Lauri Promotion di “The end”.
Taverniti, tecnico di pugilato a Milano, vuole provare l’emozione del professionismo e viene accontentato; di fronte ha il giovanissimo e promettente  diciassettenne Bence Molnar allievo di Giuseppe Lauri ed i due atleti portano piacevolmente a termine l’incontro dove la padronanza dell’ungherese si dimostra più consistente delle capacità del pugile italiano che, pur perdendo, rimane soddisfatto della sua prestazione. I tecnici Pasqualetti di San Donato Milanese e Floridia di Torino, che coadiuvano il maestro Lauri, rimangono soddisfatti della prestazione di Alessio.
Altro debuttante il peso Massimo di Torino, Lucian Danilencu, che sale sul ring molto teso, ma, dopo un minuto di collaudo e dopo aver ordinato le idee con una serie di colpi, pone fine alla contesa e l’arbitro internazionale Bele Florian pone fine all’impari lotta decretando la vittoria per kot di Danilencu su Tamas Szamatari. Troppo inconsistente l’avversario per poter valutare le ambizioni del nuovo acquisto del “Lauri Boxing Team”.
La serata dopo altri quattro incontri entrava nel vivo con la presentazione degli atleti che si contendevano il vacante titolo  Internazionale della WBU. A salire per primo lo sfidante Christian Bozzoni accolto con brontolio dal numeroso pubblico e poi saliva accorato da applausi il pugile di casa Zoltan Surman. La battaglia si annunciava ricca d’insidie e molto pericolosa per l’atmosfera patriottica del pubblico completamente magiaro, con pochissimi volti italiani a incoraggiare il nostro portacolori. Dopo le presentazioni di rito con gli inni nazionali, si dava inizio alla contesa con il pugile magiaro che prendeva in mano le redini dell’incontro attaccando a due mani il pugile di Varese che, muovendo il tronco e con le mani a protezione del viso e del corpo, riusciva ad arginare le velleità del pugile ungherese, che pian piano con l’aumentare delle riprese scemavano sempre di più, grazie ad un coraggioso  “Boz”, che replicava colpo su colpo. Passata la prima metà dell’incontro con una superiorità del magiaro, dalla settima la stanchezza cominciava a farsi sentire,  ma la grinta, la determinazione e l’eroicità di Bozzoni prendevano pian piano in mano le redini dell’incontro ribaltando la situazione. Dall’ottava ripresa l’incontro diventava ancora più duro, i due atleti stremati ma con ancora tantissima adrenalina in corpo si scambiavano colpi sempre più pesanti, ma più sporadici. Entrambi richiamati alla decima ripresa, “Boz” perché aveva colpito dopo il gong della nona ripresa, e il magiaro per aver colpito numerose volte sotto la cintura. Le ultime due riprese vedevano i due contendenti alla ricerca del colpo risolutore, scambi all’arma bianca senza attimi di pausa e il suono dell’ultimo gong abbracciava i due atleti stremati dalla fatica.
Un incontro del genere si vede poche volte, spettacolo altamente agonistico sostenuto a gran voce dal pubblico, che alla fine gioiva per la strettissima vittoria del loro portacolori, ma applaudiva con uguale calorosità i due atleti, che sicuramente hanno onorato il pugilato. Vittoria con sei punti a favore di Surman, che appaiono altamente  spropositati; la sconfitta di “Boz” ci stava ma al massimo di due punti, visto il ritorno finale ed  il calo del magiaro.  Da elogiare la grandissima prestazione di Bozzoni, surrogata da uno stremato Augusto Fernando Lauri, che per dodici riprese ha incoraggiato sino all’ultima corda vocale con suggerimenti e rimproveri. Christian Bozzoni, ha perso, ma ha dimostrato, che pur non essendo “campione” ha onorato il pugilato italiano. Grazie “Boz”.

Daniele Coppa