Pietro Frontini è più che un accompagnatore per il Varese. Lui, insieme al team manager Silvio Papini, è una delle figure storiche biancorosse che da quando è approdato al club biancorosso non l’ha più lasciato. “Una volta andato in pensione, lavoravo in banca come funzionario degli uffici Esteri, ho fatto un colloquio con Scapini e Besani – racconta lui stesso – che mi scelsero come accompagnatore della Berretti. Era il 2001. Dopo il fallimento della società Sogliano e Scapini mi proposero la prima squadra. Accettai di buon grado e ho così potuto vivere in prima personale la bellissima scalata che ha compiuto il Varese”. Il segreto di Frontini è quello di non scordare da dove si è venuti: “Sono partito da una partita di Coppa Italia a Caravaggio, sotto la pioggia con soltanto l’arbitro e guarda adesso dove siamo. Speriamo di non fermarci”.
Frontini si è davvero reso conto dell’impresa compiuta dal Varese in un momento preciso: “Contro la Cremonese abbiamo festeggiato la promozione in B e io mi sono reso conto di essere in serie cadetta durante la prima giornata di campionato, all’esordio a Torino. Stadio pieno, davvero un’altra categoria”.
In tutti questi anni di avvenimenti e curiosità ne sono successi parecchi e Frontini ne avrebbe moltissime da raccontare. “Un giorno Scapini mi disse di andare in sede e facemmo un colloquio a due allenatori al termine del quale mi disse ‘Io ho già scelto, voglio sapere la tua preferenza’, ‘Io punterei sul secondo’ gli risposi. Lui confermò con un ‘Anche io’. Così fu scelto per la panchina del Varese Devis Mangia. Lo sento tutt’ora e come lui anche i vari Sannino e Maran. Quando ha esordito sulla panchina del Palermo contro l’Inter gli ho scritto via sms che presto lo avremmo visto allenare la nazionale. E ci è arrivato!”.
Venendo al presente, l’accompagnatore ufficiale che conserva distinte e statistiche arbitrali da anni è fiducioso: “Laurenza mi ha un po’ impressionato – confessa –. A Varese non avevo mai visto un presidente che tiene così tanto ai tifosi come lui. E la piazza gli ha risposto alla grande. Speriamo sia di buon auspicio per la stagione. Cosa mi aspetto? La Serie B è molto difficile e tutte le squadre si sono attrezzate bene. Dall’Eccellenza siamo arrivati all’Olimpico di Torino, all’Arena di Verona, perché fermarci qui? Il sogno è quello di arrivare in alto e non voglio pronunciare quella lettera”. Come sta lavorando il nuovo staff? “Ho visto un gruppo molto unito – risponde Frontini – e un nuovo metodo di allenamento. La squadra viene divisa in tre gruppi che ruotando lavorando, a giro, con il tecnico Sottili, con il suo vice e con il preparatore atletico. Non avevo mai visto questo modo di lavorare. Significa che il mister dà piena fiducia al suo staff. I nuovi arrivati, il gruppo storico e i giocatori possiamo definirli di un certo livello come Blasi e Ferreira Pinto si sono amalgamati al meglio. Chissà cosa ci aspetta…”.

Elisa Cascioli